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Ucciso da una granata in Ucraina: muore il volontario Massimo Galletti, che assisteva i soldati di Kiev. La figlia: «Sei volato da eroe»

01 Novembre 2024 - 21:57 Stefania Carboni
Il 59enne operava nelle retrovie quando è stato ferito da un colpo di Rpg. Non era un foreign fighter, ma partì come volontario della Protezione Civile: è rimasto un mese in coma senza che però la famiglia sapesse che fine avesse fatto

Il 59enne Massimiliano Galletti, originario di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), è morto lunedì scorso all’ospedale di Kiev, probabilmente dopo un mese di coma, a seguito delle gravissime ferite riportate dalle schegge di una granata mentre assisteva i combattenti al fronte in una località non distante dalla capitale ucraina. Galletti, secondo quanto anticipa il “Resto del Carlino”, non era un foreign fighter, ma si occupava di soccorrere le persone ferite in battaglia. Operava nelle retrovie, quando è stato colpito da una scheggia di un colpo di “Rpg”, ovvero un lancia granate portatile anti carro.

La partenza con la protezione civile, poi il rinnovo del permesso per restare e la scomparsa

Dipendente del comune di San Benedetto, il 59enne, circa un anno fa, partì con la Protezione civile per una missione umanitaria in Polonia, ai confini con l’Ucraina. Secondo quanto ricostruisce il quotidiano lo fece con un permesso rilasciato dall’amministrazione comunale di San Benedetto. Scaduto il termine l’uomo ha rinnovato la richiesta per motivi personali, per continuare ad aiutare come aveva sempre fatto. Parlava regolarmente con la sua famiglia, poi un mese fa, il silenzio. La moglie preoccupata dall’assenza di contatti ha sporto denuncia di scomparsa. Perfino il comune, spiega il Resto del Carlino, aveva dovuto disporre un provvedimento disciplinare per l’assenza prolungata di Galletti.

Il dolore della figlia: «Sei un eroe»

Ieri è arrivata la brutta notizia: l’uomo si trovava in ospedale a Kiev da circa un mese (quindi da quando la famiglia aveva perso i contatti con lui). Era rimasto probabilmente in coma per tutto questo tempo è morto in queste ore. «Ciao Papi – scrive la figlia in ricordo del papà sui social – sei sempre stato il mio punto di riferimento, la persona sulla quale sapevo di poter sempre contare. Da bambina sognavo in futuro di avere un marito come te che mi hai sempre trattata da principessa, che hai sempre trovato le parole giuste per confortarmi, anche quando non avevo voglia di sentirti, eri lì per me. In questo momento che non ci sei, più che mai ho bisogno di te. So che sei volato via da eroe, l’eroe che sei sempre stato per me e per tutte le persone che hai salvato in questi anni. Sono orgogliosa di te come padre, ma soprattutto come uomo, sarai sempre nel mio cuore». Sono ancora tanti i punti da chiarire nella storia di Massimiliano Galletti. Come è arrivato dalla Polonia in Ucraina? Come è giunto in coma a Kiev? Ma soprattutto perché la famiglia non è stata informata subito del suo stato? Il Resto del Carlino anticipa che l’ambasciata italiana ha contattato il comune di San Benedetto nella mattina di ieri e sta seguendo il caso: presto potrebbero arrivare ulteriori notizie. 

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