Caso Boccia-Sangiuliano, la foto che conferma lo “sfregio”: il sangue sulla testa, le dita insanguinate e la trousse
Gennaro Sangiuliano con un rivolo di sangue sulla testa, le dita macchiate e una trousse femminile accanto al lavandino. È la foto che l’ex ministro della Cultura si è scattato negli instanti successivi alla presunta aggressione subìta per mano della quasi consigliera Maria Rosaria Boccia. Un’immagine che il quotidiano La Verità ha mostrato in esclusiva insieme alle chat tra il politico e l’imprenditrice di Pompei. «Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo», scrive Sangiuliano a Boccia che risponde «Tu mi hai letteralmente mandato fuori di testa». Prove che sembrerebbero confermare la versione resa dall’ex ministro.
L’aggressione
L’aggressione all’allora ministro rientra tra i quattro campi d’imputazione contro Boccia. Un’accusa da cui l’imprenditrice ha preso le distanze nella sua intervista di giovedì 31 ottobre andata in onda su Piazzapulita: «Bisognerebbe datare anche il giorno in cui ha messo i punti», aveva detto la quasi consigliera. Dichiarazioni che vanno in un senso contrario a quanto dichiarato dal ministro in Procura: «Il 17 luglio 2024 la Boccia mi ha aggredito provocandomi le ferite che ho documentato con le foto allegate». In quel giorno il ministro si trovava a Sanremo dove aveva partecipato a una serata al teatro del casinò. Evento che aveva documentato anche Boccia con un post su Instagram. Il litigio sarebbe avvenuto all’hotel Nazionale, dove il ministro alloggiava con il suo staff, nella camera della quasi consigliera.
La foto e le chat
Sangiuliano è in pigiama, sulla testa del sangue scorre giù fino al sopracciglio e il pollice e l’indice sono insanguinati. Su una guancia c’è una macchia rossa. Tutti segni di un’aggressione da ricondurre, in base a quanto c’è scritto nelle stesse chat che Sangiuliano e Boccia si scambiano, all’imprenditrice di Pompei. «Hai ragione», scriveva Boccia a Sangiuliano il 2 agosto nelle chat già pubblicate dal giornale di Maurizio Belpietro. Messaggi che per la donna erano stati cuciti ad arte per avvalorare la tesi del ministro. Ma il quotidiano ha allegato uno screenshot con gli orari dei messaggi sotto esame e tutti sono stati scambiati in pochi secondi, dalle 23:10:51 alle 23:11:53, dai due protagonisti della storia. Una ricostruzione che quindi smentisce la difesa di Boccia.