Emma Bonino dimessa dall’ospedale: «È stata una brutta botta, ora mi prendo una tregua dalla politica»
Emma Bonino è stata dimessa dall’ospedale. L’avevano ricoverata in terapia nei giorni scorsi. Nel 2014 ebbe un tumore al polmone: un microcitoma da cui è guarita. Adesso però dice che ha avuto paura: «Mi sono spaventata davvero e questa volta mi prendo una tregua dalla politica». Nell’intervista rilasciata a Repubblica parla delle due settimane in ospedale per una crisi cardio respiratoria: «Quando si sta male è chiaro che le questioni essenziali della vita e della morte emergono con più forza». Ma nel colloquio con Giovanna Casadio parla anche delle piante, le clematidi e le rose d’inverno soprattutto, che crescono rigogliose nei vasi in terrazza nella sua casa che domina le antiche rovine romane.
Una brutta botta
Bonino continua anche a fumare. Ma ammette che quella che ha subito è stata una brutta botta: «Ho qui il referto che ha accompagnato le dimissioni dalla clinica dove ho cominciato la riabilitazione cardio-respiratoria. Il percorso è stato infatti il ricovero nella terapia intensiva dell’ospedale Santo Spirito e poi in una clinica, da dove sono stata dimessa qualche giorno fa». E ancora: «Mi hanno riportata a casa mercoledì e certo è stata dura, ripeto, per la seria crisi cardiaca e respiratoria. Mi è stata raccomandata la ginnastica sia motoria che respiratoria». Di politica non si sente tanto di parlare: «Renzi e la sconfitta in Liguria? Per ora niente polemiche politiche, prima devo badare alla mia salute e riprendermi e perciò mi dedico a curarmi. C’è un tempo per tutte le cose. Comunque a Renzi non ho niente da dire, né lui a me».
Il referendum sulla cittadinanza e il suicidio assistito
Nessun commento anche per Carlo Calenda, nel frattempo sfilatosi dal Terzo Polo. E punta sul «referendum sulla cittadinanza che dovrebbe tenersi in primavera. Importante è approvare una legge completa sul fine vita e il suicidio assistito». Su chi, come Giuseppe Conte e Letizia Moratti, non vuole esprimersi su Usa 2024, dice che «ciascuno si inventa le scuse che vuole. Io tifo Kamala Harris e convintamente. La vittoria di Trump determinerebbe uno scenario in cui i principi democratici così come li conosciamo, vengono ribaltati. Le stelle polari della politica radicale sono lo Stato di diritto, la libertà di scelta individuale e la democrazia. Dappertutto in Europa e nel mondo».