Mela Aikaterini e la gestazione per altri in Grecia: «Sarò mamma per un’altra coppia e ne sono felice»
Mela Akitareini ha una figlia di nome Iris. Ma ha deciso di essere madre anche per altre coppie che desiderano avere figli e non possono. Vive in Grecia, dove la Gestazione per altri è normale. Una legge del 2002 regola le norme che tutelano le donne, i futuri genitori e il bambino. «Perché è evidente che sarà il loro bambino, lo so bene», conferma a La Stampa. La procedura per la Gpa è iniziata in primavera: «Tutto dipende dalla decisione del tribunale che si pronuncerà nei prossimi giorni. E, sì, sono felice». Nel colloquio con Flavia Amabile dice anche che «non lo farei per chiunque, questo l’ho messo in chiaro fin dall’inizio. Non tutti sono pronti a diventare genitori». E infatti ha rifiutato alcune coppie che non la convincevano.
La gestazione per altri in Grecia
Ha scelto una coppia di Sparta in cui la donna è nata senza utero a causa della sindrome di Mayer-Rokitansky-Kuster-Hauser. «Quando ho conosciuto questa coppia ho deciso che loro meritano un anno della mia vita e una parte del mio corpo», dice. Mela è insegnante alle scuole elementari, suo marito affitta auto ai turisti. Abitano a Moschato, una piccola città che si trova sulla strada che da Atene porta al Pireo: «Quando nel mio lavoro sono venuta a contatto con i bambini con bisogni speciali ho iniziato a provare un senso di frustrazione perché avevo la sensazione di non poter essere utile. Da quel momento è cambiato il mio approccio nei confronti della vita, ho cercato di fare qualcosa per gli altri. Ho studiato come occuparmi di chi ha bisogni speciali», dice.
Il desiderio di una figlia
«Poi è arrivato mio marito e il desiderio di avere una figlia e ci siamo riusciti e allora mi sono guardata allo specchio: mi sono vista con una figlia, una casa e un lavoro e ho capito la fortuna che avevo. Mi sono resa conto che, se non avessi potuto avere un figlio, avrei fatto di tutto – ma proprio di tutto – per averlo», aggiunge. La procedura è stata avviata il 4 luglio: «Ma non sono Madre Teresa, è chiaro che non potrò lavorare e affronterò delle spese, quindi il tribunale deciderà una compensazione, come prevede la legge greca». La gestante secondo la legge greca deve avere tra i 25 e i 45 anni, almeno un figlio e non aver subito più di due parti cesarei. Poi deve fare le analisi per l’Hiv1 e l’Hiv2, l’epatite B e C e la sifilide. E deve superare una valutazione psicologica. Che serve a stabilire se saprà portare avanti una gravidanza senza creare un legame con la creatura che aspetta.
La gravidanza
«Io non ho dubbi. Non c’è nulla di mio in quello che mi crescerà dentro. Io un figlio lo voglio solo con mio marito. Per mio marito, invece, è stato più difficile capire ma alla fine ha accettato, ha capito che per me è una scelta importante, a cui tengo molto», assicura. Ne parlerà presto con sua figlia: «Iris ha 6 anni, è grande. Troverò le parole giuste per spiegarle che cosa accadrà nei prossimi mesi. Per me è importante che sappia che sono pronta a fare di tutto per chi ha bisogno». E sulla legge italiana dice: «Lo trovo assurdo, non si può cancellare il diritto di aver e figli. Le moderne tecniche lo consentono, è incomprensibile perché si debba impedire di usarle». Intanto domenica sua figlia riceverà il battesimo: «Sono esausta, saremo in 45 e abbiamo invitato solo le persone di famiglia. Per me è una grande gioia».