Per incastrare la fidanzata di Leonardo Maria Del Vecchio con una chat falsa gli spioni cercavano le istruzioni sul web fornite da Salvatore Aranzulla
Il gruppo di investigatori privati, ex spie, hacker e tecnici informatici al centro dell’inchiesta della procura di Milano sugli spioni ha rifilato al committente Leonardo Maria Del Vecchio un report falso sulla sua fidanzata di allora, Jessica Ann Sarfatti, e per realizzarlo si è informato come avrebbe fatto qualsiasi utente di internet, consultando i consigli di Salvatore Aranzulla su come creare una chat falsa su Whatsapp. La rivelazione è contenuta nell’informativa di polizia giudiziaria alla base dell’inchiesta, spiegando come per tenersi buono il committente Del Vecchio uno dei responsabili del gruppo di spionaggio privato, Samuele Nunzio Calamucci, abbia cercato «online in maniera molto approssimativa come creare delle chat false esplorando anche il sito del noto divulgatore informatico Aranzulla. Calamucci ha effettuato poi ricerca su Google su un simulatore di chat, visualizzando risultati in merito a come fare chat Whatsapp false».
La chat da falsificare, le ricerche su Google e poi la scelta di Aranzulla
Il collaboratore per la sicurezza del giovane Del Vecchio, Vincenzo De Marzio, aveva infatti chiesto ad Equalize e alle società collegate di Milano (il «gruppo di via Pattari») di controllare la Sarfatti con cui l’imprenditore aveva iniziato una relazione sentimentale per scoprire se in contemporanea avesse tenuto viva una sua vecchia relazione con un noto illusionista che opera negli Stati Uniti. Il gruppo di spioni privati ha provato a inserire un trojan nel telefonino della modella e attrice americana per intercettare tutte le sue conversazioni. Ma non c’è riuscito perché i nuovi IPhone risultavano ben difesi da quel software. Per non perdere un cliente prezioso, quindi, hanno falsificato una chat Whatsapp e una Skype fra la Sarfatti e l’illusionista. Ma non sapendo come fare un buon lavoro, dimostrando qui non una particolare esperienza tecnica, hanno cominciato a smanettare su Google cercando «come si falsifica una chat Whatsapp». E si sono abbeverati ai consigli appunto di Aranzulla come avrebbe fatto qualsiasi altro utente del web.
Leonardo Maria Del Vecchio ha pagato gli spioni 361 mila euro in poco più di un anno
Nessuno si è accorto della falsificazione di quella chat, così come né Di Marzio né il giovane Del Vecchio hanno capito che era un falso pure un secondo documento fornito dal gruppo di spie private: un verbale di polizia Usa sul fratello maggiore di Leonardo Maria, Claudio Del Vecchio, fermato in compagnia di un trans noto alle cronache giudiziarie americane. Un documento falso, però preso per buono dall’erede del gruppo Luxottica. Che ha continuato ad usare il gruppo di spionaggio privato pagandolo profumatamente. Gli inquirenti hanno infatti ricostruito dalle note di pagamento come dal 13 giugno 2023 al 4 settembre 2024 la società di Leonardo Maria Del Vecchio abbia pagato al gruppo di via Pattari la bellezza di 361.130 euro per le indagini fatte.
La Bmw, la casa da un milione, la Ferrari e i week end d’oro regalati alla fidanzata
La somma incassata dalla società del presidente della Fondazione Fiera di Milano, Enrico Pazzali, ha fatto di Leonardo Maria Del Vecchio uno dei clienti più importanti anche se in parte «spennato» dagli agenti del gruppo. D’altra parte, la prodigalità dell’imprenditore per un anno è stata fra gli argomenti principali dei colloqui fra gli investigatori privati al centro della inchiesta. In uno di questi colloqui lo stesso Calamucci racconta a un collega il fine settimana trascorso da Del Vecchio con la sua fidanzata Jessica: «Fino adesso gli è costato 200 mila euro di regali questo week end…». E l’interlocutore risponde: «Divento gay e presentamelo…(ride)…». Sempre Calamucci parla con De Marzio, collaboratore di Del Vecchio che rivela: «Leonardo Maria ha prenotato adesso per il Gran Canyon a novembre a Las Vegas, quattro notti, 400 mila euro… la suite del non so come…». E aggiunge a proposito della fidanzata Jessica: «Le ha comprato la casa adesso un milione di euro in piazza Risorgimento, gliel’ha regalata… Le ha fatto casa, garage, macchine e in più le dà 4 mila euro fissi al mese…». Gli investigatori poi fanno accertamenti patrimoniali su Jessica e scoprono che ha una Ferrari e una Bmw intestate a lei. Di Marzio riferisce a Del Vecchio che non è stupito: «Mi ha detto: Enzo, ma la Bmw… la Ferrari glielo ho regalata io adesso…».
L’epilogo della love story di Del Vecchio e la cacciata di Jessica dalla casa di Milano
La pioggia di doni così costosi nel giro di pochi mesi però è diventato un problema in più quando nella scorsa estate Leonardo Maria Del Vecchio ha deciso di porre fine alla relazione con Jessica. E mentre lui era negli Usa ha mandato un suo stretto collaboratore, Marco Talarico, a bussare all’abitazione milanese dove la modella viveva con il figlio, intimandole di lasciare l’appartamento e fare le valigie entro il mattino successivo. La storia è raccontata in un colloquio intercettato in quei giorni fra Di Marzio e la moglie. Il responsabile della sicurezza di Del Vecchio spiega alla consorte come Jessica si sia rifiutata di lasciare l’abitazione milanese: «Questa è casa mia e di mio figlio e io non me ne vado di qua». Di Marzio aggiunge: «Lei ha detto, fino a quando non torna lui che me lo deve dire in faccia che me ne devo andare … e lui gliel’ha detto al telefono e lei ha detto, non mi puoi mandare via da casa mia!». Così entra di nuovo in gioco la società di spionaggio privata, che riempie di microspie quell’appartamento per cercare di registrare Jessica e costringerla poi ad andarsene. Non ce ne è stato però bisogno, perché il giorno dopo la modella ha lasciato appartamento, Milano e Del Vecchio tornando negli Stati Uniti con il figlio minore convivente.