Saluto fascista in classe, la preside del liceo di Roma fa appello a Valditara: «Bisogna studiare la storia contemporanea»
«È urgente inserire lo studio della storia contemporanea nelle scuole affinché i fatti accaduti nel mio liceo non si ripetano più». È il monito di Anna Maria De Luca, dirigente scolastica del Liceo Montessori di Roma, la cui scuola è finita al centro delle cronache nelle ultime settimane dopo che due studenti sono stati fotografati in classe mentre facevano il saluto romano. La dirigente si appella al Gruppo di lavoro per la Revisione delle Indicazioni Nazionali di Storia, istituito dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, affinché tenga conto di quanto avvenuto nel suo istituto. Attualmente, va ricordato, la storia contemporanea viene affrontata solo al quinto anno delle superiori. «Gli episodi nella mia scuola dimostrano la necessità di linee guida capaci di avvicinare i ragazzi alla storia contemporanea. Quella dei nostri giovani è la prima generazione che non ha più la possibilità di incontrare di persona i testimoni delle lotte per la libertà del nostro Paese», commenta la preside.
«Insegnare la storia ai ragazzi? Dobbiamo emozionarli»
Senza più l’empatia e la voce diretta dei protagonisti del passato, gli studenti rischiano di percepire la storia attraverso il solo filtro dei libri, rischiando di ridurla a «pagine noiose» che non riescono a trasmettere la complessità e l’importanza degli eventi. «Dobbiamo trovare la via per emozionarli nello scoprire l’identità e la storia del nostro Paese», chiosa De Luca. Non a caso, come emerso nei giorni scorsi, i due studenti – oltre ai giorni di sospensione – hanno ricevuto una serie di letture da svolgere: Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, Il garofano rosso di Elio Vittorini, La ragazza di Bube di Carlo Cassola. E di ascoltare un intervento di Antonio Scurati su Fascismo e populismo. Un approccio educativo mirato a costruire la conoscenza storica agli studenti coinvolti. Conscia della gravità di quanto accaduto, la dirigente fa appello al ministero confidando nel lavoro del gruppo di esperti per la revisione delle indicazioni nazionali di storia, affinché possa esserci un punto di svolta nella trasmissione della conoscenza (e coscienza) storica alle nuove generazioni.