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Sabrina Salerno racconta l’operazione per il nodulo: «Io e il tumore, se serve asporterò il seno»

sabrina salerno tumore operazione quadrantectomia mastectomia
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La quadrantectomia, la radioterapia e la possibile mastectomia: «Facendo ridere tutti, ho detto che forse era la volta buona per fare l’intervento di riduzione che sogno da sempre»

Sabrina Salerno si è operata. Dopo una mammografia la cantante e showgirl aveva scoperto di avere un nodulo al seno. Oggi è a casa sua a Mogliano Veneto. Ha già cominciato la terapia ormonale. E giovedì 31 ottobre ha ricominciato il suo tour in Francia. Dove sono previsti 21 concerti. Dopo il 9 dicembre si sottoporrà a radioterapia. «L’intervento è andato bene, ma se serve asporterò il seno», dice in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Nel frattempo nel colloquio con Elvira Serra fa sapere che in sala operatoria tremava e ha riscoperto la preghiera. «Non riuscivo a gestire l’ansia. Ho chiesto di farmi subito l’anestesia». E ancora: «Pensi sempre che a te non possa accadere mai. Anche se nella mia famiglia tutte le donne avevano avuto un tumore: mia mamma, mia zia, mia nonna. Nessuna, però, al seno».

La quadrectomia

Sabrina Salerno si è sottoposta a una quadrectomia. Ovvero un intervento chirurgico che consiste nella rimozione di una porzione di mammella comprendente una neoplasia. Chiamata più propriamente quadrantectomia, è l’intervento di prima scelta per la rimozione del tumore al seno. Si tratta di un intervento conservativo (che permette cioè di salvare il seno), che dall’inizio degli anni Ottanta ha preso il posto della mastectomia. La mammografia di controllo risale invece al «24 luglio, per stare più tranquilla prima di partire per gli Stati Uniti, dove avevo in programma nove concerti. Da quando avevo 35 anni faccio la mammografia ogni anno, anche se in genere si raccomanda dopo i cinquanta». A quel punto l’hanno chiamata per fare una biopsia: «E ho capito che era una cosa seria. Poi la sera abbiamo cenato con mio marito e mio figlio. Ricordo che mi sentivo trasparente».

Un brutto sogno

Dopo la diagnosi, dice, ha avuto momenti di profondo sconforto: «Mentre guidavo l’auto mi dicevo: ora mi sveglio, è solo un brutto sogno. Poi però dentro di me è scattato qualcosa: c’erano mio marito, mio figlio, i miei amici. Dovevo dare un esempio, anzitutto a me stessa. E mi sono aggrappata alle parole di un’infermiera che mi aveva rassicurato: “Non si preoccupi, da queste cose oggi se ne esce”». Poi ha iniziato a vedere la questione come un’opportunità per un cambiamento sociale profondo: «Intanto, visto che sono un personaggio pubblico, ho voluto vedere nel tumore un’opportunità anche per gli altri, invitandoli a fare prevenzione, che è la prima cura». Anche se qualcuno ha visto la cosa come un modo per farsi pubblicità: «All’inizio pensavo di far cambiare idea a queste persone; poi ho capito che ti devi arrendere, perché non cambieranno mai. Chi è felice e ha una vita soddisfacente non insulta gli altri».

Il tumore al seno, la radioterapia, la mastectomia

Sabrina Salerno non si nasconde il fatto che il tumore abbia colpito una parte del suo corpo strettamente legata alla sua figura di sex symbol e artista: «Ma la prima cosa che ho detto, facendo ridere tutti, è che forse era la volta buona per fare l’intervento di riduzione del seno che sogno da sempre. Al di là delle battute, l’estetica in questi casi passa in secondo piano. Per adesso, i medici dell’ospedale di Treviso hanno pensato di farmi seguire un percorso che dopo l’intervento prevede la radioterapia: soltanto per un punto mi sono risparmiata la chemio. Ma ovviamente navigo a vista. E se in futuro avrò una recidiva e sarà necessario, farò la mastectomia».

La morte e la vita

Alla morte, dice, non pensa «perché fa parte della vita. Anzi, mi sembra un momento più facile rispetto alla nascita, che ha bisogno dell’allineamento di altre due persone. Certo, mi addolora il pensiero di lasciare le persone che amo, di non vedere più mio marito, mio figlio, i miei cani. Di pensare che loro soffriranno. Io voglio che siano felici». E rivela: «Ero credente fino alla nascita di mio figlio, poi sono diventata agnostica. Adesso sono confusa. Ho ricominciato a pregare, ma lo faccio quando sto bene, non quando sto male. Sto leggendo le vite dei santi, come santa Rita. Questo mi serve a capire, me stessa e gli altri. Ora riesco a vedere cose che prima non vedevo».

Quando è giusto mollare

E dice che l’esperienza del tumore non è stata la più brutta della sua vita: «Il rapporto con mio padre, che sono riuscita a sistemare pochi mesi prima che morisse, mi ha tormentato per decenni». Chiuderà l’anno con la radioterapia: «Questo 2024 era cominciato malissimo, con la rottura del crociato in Spagna, dove ero nel cast di Baila como puedas . Anche lì, non so cosa mi ha spinta a continuare a ballare, chissà cosa volessi dimostrare e a chi. Forse è stato il narcisismo di cui noi artisti soffriamo. Di fatto, non ho voluto ascoltare i segnali del mio corpo. Ho imparato, invece, che bisogna anche capire quando è giusto mollare, proteggersi e dire dei no».

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