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Alluvioni Valencia, Sánchez: «Le vittime sono 211. Aiuti dal governo e dall’Ue». Contestato il governatore: «Non dichiarò la catastrofe»

Pedro Sánchez alluvioni Spagna aiuti governo Ue
Pedro Sánchez alluvioni Spagna aiuti governo Ue
Il premier spagnolo in una conferenza stampa ha garantito che saranno inviate altre 10mila unità tra militari, Guardia civil e polizia. Sotto esame la sequenza di errori e negligenze del presidente della Comunitat

Per ora le vittime delle alluvioni che hanno colpito soprattutto la Comunitat di Valencia, tra martedì 29 mercoledì 30 ottobre, sono 211. A dirlo in conferenza stampa è il premier spagnolo Pedro Sánchez che ha voluto anche dare un segnale concreto di vicinanza del governo alle popolazioni colpite: «La regione di Valencia richiede più militari, macchine, finanziamenti», per far fronte alla, «seconda peggiore inondazione del secolo registrata in Europa». Quindi oggi, 2 novembre, arriveranno «5 mila soldati dell’esercito che si uniscono ai 3mila già dispiegati, e altri 5mila tra Guardia Civil e forze di polizia», ha chiarito Sánchez in una dichiarazione istituzionale dopo la riunione del comitato di crisi alla Moncloa. Mentre la conta dei danni e la ricerca dei dispersi è ancora in corso, scoppiano le polemiche per la gestione della crisi da parte del governatore della regione, l’avvocato 50enne Carlos Mazón: «Non dichiarò la catastrofe», scrive El País.

La ricetta di Sánchez: «Ricerca dei dispersi e ripresa dei servizi»

«Oltre alla ricerca dei dispersi la priorità è ristabilire i servizi danneggiati nei municipi», ha segnalato il premier spagnolo. La Dana o gota frìa, il fenomeno meteorologico che ha colpito la regione, «ha provocato danni severi a ponti, autostrade, linee elettriche, imprese di distribuzione e altre infrastrutture che non furono progettate per sopportate i venti e il volume d’acqua che le ha travolte», ha aggiunto Sánchez. Passi avanti sono stati fatti in questi giorni: «Sono stati realizzati senza sosta lavori di riparazione in stretta collaborazione con il settore privato. Abbiamo fatto passi avanti notevoli, ma resta molto da fare. Si è ristabilito il consumo elettrico al 94% dei colpiti. Ed è stata recuperata la metà delle 550.000 linee interrotte, con la previsione di recuperare il resto nel fine settimana», ha reso noto il premier.

«Dichiareremo aree alluvionate zone gravemente colpite»

«Il Consiglio dei ministri approverà la dichiarazione di zona gravemente colpita per le aree della Regione di Valencia, Castiglia La Mancia, Andalusia e Catalogna che si sono viste più colpite», ha comunicato il presidente spagnolo alla tv. Sarà anche nominata «una commissione interministeriale per la ricostruzione e il rilancio economico. Il ministero delle Finanze autorizzerà il governo della Comunità autonoma di Valencia a effettuare tutte le spese urgenti necessarie». Ma gli aiuti non arriveranno solo da Madrid, anche dall’Ue: il premier ha fatto sapere di essere «in contatto con la Commissione Europea» che ha messo a disposizione «il Fondo europeo di solidarietà e altre risorse di aiuti comunitari».

Le responsabilità di Mazón

Cosa significa non dichiarare l’«emergenza catastrofica»? È il livello di mobilitazione più alto previsto dalla legge locale e farlo scattare vuol dire far convergere nelle mani del governatore «il comando e la direzione esclusiva di tutte le attività di emergenza», scrive il quotidiano spagnolo El País. In sostanza, tutta la struttura organizzativa del piano di emergenza sarebbe passata sotto la sua responsabilità. A quelle politiche si sarebbero sommate anche le responsabilità giuridiche. Ma la fattispecie non si configura perché il comando delle operazioni è ancora nelle mani dell’assessore regionale responsabile della protezione civile e della gestione dell’emergenza, Salomé Pradas. Il governatore quindi si sarebbe rifiutato di gestire in prima persona l’emergenza. Un’altra prova per i critici della sua pessima gestione amministrativa che si aggiunge alla catena di errori di comunicazione e negligenze che hanno aggravato il bilancio dell’emergenza. Martedì pomeriggio, con le piogge torrenziali in corso, Mazón si diceva convinto che il nubifragio sarebbe calato di intensità di lì a poco. Giovedì era stato il turno delle polemiche per i ritardi dei soccorsi. E venerdì invece aveva lanciato l’invito, rimasto inascoltato, ai volontari di non recarsi nelle zone coperte dal fango. Oggi, 2 novembre, ha deciso di chiudere le vie d’accesso a quei sobborghi e gli è stata lanciata l’accusa, come scrive il Corriere della Sera, di voler «nascondere i cadaveri».

In copertina:  EPA/MOCLOA / BORJA PUIG DE LA BELLACASA I Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez che presiede il comitato di crisi per monitorare gli effetti delle inondazioni a Valencia e nelle province vicine, a Madrid, Spagna, 02 novembre 2024.

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