Antonella Giuli risponde alle accuse di Report: «Il tempo libero? Non per FdI, ma per mio figlio con una malattia grave»
«Che cosa fa Antonella Giuli durante il fine settimana? Lavora forse per Fratelli d’Italia?», scrive in una lettera aperta l’addetta stampa alla Camera nonché sorella del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Risponde alle insinuazioni che stasera, 3 novembre, andranno in onda a Report: ovvero che parteciperebbe ancora alle attività politiche del partito di Giorgia Meloni, sebbene il suo incarico (da 120mila euro l’anno) glielo vieti. «Vivo il tempo liberato dal lavoro come meglio credo; e cioè, salvi rarissimi casi, con la mia famiglia», spiega l’addetta stampa che precisa anche il perché sia dispensata da alcune mansioni, «i miei tormentati pensieri sono dedicati al mio dovere di madre di due bimbi piccoli uno dei quali […] affetto da una grave patologia curabile ma non guaribile, tale da rendere necessario il contributo della legge 104 art.3 comma 3. Ecco perché, come tutti gli altri addetti stampa sanno, all’alba sono dispensata dalla selezione della rassegna stampa cui si dedicano i miei generosissimi colleghi».
Cosa andrà in onda a Report
Secondo le testimonianze raccolte dalla trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, Antonella Giuli continuerebbe a fare attività politica con Fratelli d’Italia. In particolare, l’addetta stampa della Camera avrebbe seguito in più occasioni la sorella della premier, Arianna Meloni, che è anche una sua stretta amica. Per anni Giuli ha seguito la comunicazione di FdI, ma a gennaio 2024 è stata assunta come addetta stampa alla Camera dei Deputati con uno stipendio di circa 120mila euro l’anno. Il regolamento dell’Aula stabilisce che chiunque lavori nel suo organico si debba astenere «da ogni attività politica». Così non sarebbe avvenuto per Antonella Giuli, in base a quanto ricostruito da Report. Le persone interpellate lamentano anche il trattamento speciale che sarebbe riservato alla sorella del ministro: non partecipa ai turni del fine settimana ed è sollevata da tutta una serie di incombenze, come la rassegna stampa. In base alla ricostruzione del programma, Giuli sarebbe una «presenza stabile» agli eventi di FdI: era a Viterbo lo scorso aprile e ai comizi per gli eventi elettorali. Inoltre, sarebbe stata la portavoce del ministro Francesco Lollobrigida, mentre ora ricoprirebbe il ruolo di assistente della sorella della premier. Raggiunta dai microfoni di Report e incalzata dalle domande del giornalista, «Il sospetto è che lei venga alla Camera a lavorare per FdI», Antonella Giuli ha risposto: «Le fugo ogni dubbio, non è così».
La replica
L’addetta stampa ha però deciso di replicare alle anticipazioni pubblicate su La Stampa con una lettera aperta, anche perché è preoccupata da come verrà montato il servizio su di lei: «Tanto ovvia è stata la mia risposta, quanto è lecito il mio dubbio che tale risposta verrà mandata in onda da Report e, ove ciò accadesse, inquadrandola nel giusto contesto, oltreché nel rispetto del mio diritto alla privacy che non è diverso da quello di ciascun cittadino italiano». Per questo, per precisare la sua posizione, dichiara di essere costretta «a rendere pubblica una verità che io e mio marito avremmo voluto proteggere nel più stretto e amorevole riserbo». Ovvero prestare assistenza al figlio malato: «Devo preparare mio figlio e portarlo a scuola, dove è atteso da un’ammirevole maestra di sostegno». La ricostruzione del programma, secondo Giuli, «è facilmente smentibile dai diretti interessati; a cominciare da chi, ai vertici del secondo ramo del Parlamento, ha potuto verificare e apprezzare quotidianamente l’abnegazione e la disponibilità con cui onoro il mio impegno professionale».
La lettera di Antonella Giuli
Un impegno a disposizione di chiunque abbia bisogno di lei: «La gestione delle numerosissime conferenze stampa quotidiane organizzate da TUTTI i gruppi politici a Montecitorio». E conclude: «Era necessario che mi spingessi a tanto? Sì e no, considerando il clima di attenzione (aggressione?) mediatica cui vengo sottoposta con crescente morbosità; forse, anche, in quanto sorella d’un ministro della Repubblica… Ma la vera domanda che mi pongo, che vi pongo, è un’altra: è giusto o no che oggi mi ritrovi in questa condizione? Nella condizione di dover giustificare a cielo aperto il diritto, riconosciutomi dalla legge, di accudire il mio intraducibile dolore personificato nel figlio? Un giorno, se la malattia glielo consentirà, mio figlio verrà a conoscenza di tutto questo e me ne chiederà conto, ce ne chiederà conto. Io so già che cosa rispondergli. Report e tutti coloro che hanno contribuito ad alimentare questi falsi teoremi, che risposta hanno, posto che ne abbiano una?».