Quattro escursionisti morti in montagna: le tragedie sulle Dolomiti bellunesi, in Trentino e Veneto
Sono quattro gli alpinisti che hanno perso la vita oggi, domenica 3 novembre, sulle montagne italiane. Tre uomini e una donna sono morti precipitando dalle vette in Veneto, Trentino e Piemonte. Due alpinisti hanno perso la vita in due incidenti distinti, avvenuti a distanza di un’ora l’uno dall’altro nelle montagne bellunesi. Nel primo caso, l’allarme al 118 è stato lanciato da un gruppo di persone che, dalla cima principale degli Sfornioi dove si trovavano, ha sentito delle grida e un rumore di massi. Ad Auronzo si Cadore (Bl), invece, la chiamata ai soccorritori è partita dal compagno di parete di un’alpinista. I due stavano calandosi dalla via Drasch quando lui, che si trovava più in basso, l’ha vista passargli accanto e cadere nel canale sottostante.
Un escursionista di 26 anni, in provincia di Verona, è la terza vittima della giornata. L’uomo è morto lungo la ferrata Val del Rì, in Trentino. Era da solo e stava percorrendo la prima parte della ferrata ma, subito dopo il secondo ponte tibetano, ha perso l’equilibrio ed è precipitato nella forra per una trentina di metri, finendo nell’alveo del torrente. Un altro escursionista, Edi Zavatti, 52 anni, è morto precipitando dalla vetta del Rocciamelone, a circa 3500 metri di altitudine, in Valle di Susa (To). Era un profondo conoscitore della montagna. La chiamata è giunta al Soccorso Alpino da altri escursionisti che hanno assistito all’incidente. I soccorritori hanno avuto difficoltà ad individuare il corpo, trovato poi circa 400 metri a valle del sentiero, in un punto impervio.
E’ andata decisamente meglio invece, ad una coppia di alpinisti in difficoltà dal rientro dalla cima del Cridola, sulle Alpi orientali. I due, una 35enne di Cavalese e un 51enne di Padova, erano saliti ieri dalla parte conosciuta come ‘Via del triestini’. Al momento di scendere hanno preso un altro sentiero e quando hanno trovato sul percorso una corda fissa che risaliva – e che era la via giusta da seguire – hanno cercato percorsi alternativi, senza però trovarli, finché è arrivato il buio che li ha bloccati. Scattato l’allarme, una squadra ha intuito la loro posizione e li ha raggiunti. L’intervento si è concluso intorno alla mezzanotte. Anche nove giovanissimi escursionisti leccesi, che la notte scorsa si erano persi nel Parco Nazionale del Pollino, sono stati individuati e messi in salvo dai volontari del soccorso alpino e speleologico.