Omicidio Santo Romano, il 17enne fermato appena uscito dal carcere per spaccio. L’avvocato: «Ha sparato per legittima difesa»
Nel Napoletano c’è un’altra comunità sconvolta dalla violenza di un giovane, a meno di 24 ore dai funerali di Emanuele Tufano, il 15enne ucciso in uno scontro a fuoco tra minorenni nel capoluogo campano. Una lista che parte da lontano e che ricorda da vicino le morti di Francesco Pio Maimone, Giovanbattista Cutulo, Giovanni Guarino. Santo Romano, 19 anni, portiere dell’ASD Macri in eccellenza, è morto con un proiettile nel petto sparato da un ragazzo di due anni più giovane. Il 17enne fermato dopo quasi un giorno di latitanza ha estratto la pistola e sparato dopo una lite e una rissa tra due gruppi in piazza a San Sebastiano al Vesuvio. All’origine del litigio una scarpa pesata per sbaglio, uno spintone, qualche parola grossa. Un episodio trascurabile che ora però conta un morto, un ferito, un fermato e un altro indagato. Tutti giovanissimi.
Fermato un 17enne, ha confessato
Le telecamere di sorveglianza mostrano un ragazzino estrarre un’arma e sparare almeno due colpi la notte tra l’1 e il 2 novembre, poi fuggire su una Smart nera. Non è servito molto agli investigatori per risalire al giovane. La sera prima del delitto, il 17enne era stato fermato a bordo dell’auto, con targa straniera, da una pattuglia. La targa era nel sistema così come le generalità del giovane. Si tratta di un minorenne del quartiere Barra, da poco uscito dal carcere minorile di Nisida nel quale era detenuto per spaccio di stupefacenti. I carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre del Greco lo hanno individuato proprio nel quartiere Barra nel pomeriggio del 3 novembre, dopo che era riuscito a far perdere le proprie tracce per diverse ore. Secondo gli investigatori, dati i precedenti forse la notte precedente era in piazza per vendere droga. Il 17enne avrebbe confessato di aver sparato ma, fa sapere l’avvocato Luca Rachiele a Il Messaggero, l’avrebbe fatto per «legittima difesa». Ora è indagato per omicidio e tentato omicidio. I carabinieri stanno ancora cercando l’arma, mentre è indagato anche un altro ragazzo che ha partecipato alla rissa. Tra le ipotesi di reato anche istigazione alla violenza e all’uso delle armi.
La fidanzata e gli amici di Santo
Secondo una prima ricostruzione, dopo il pestone in piazza, gli spintoni e gli schiaffi, è spuntata la pistola. A quel punto il 19enne avrebbe fatto un passo avanti per cercare di mettere fine a quella follia e difendere l’amico, ma sono partiti i colpi. Santo Roman è stato ferito fatalmente al petto ed è caduto a terra sotto lo sguardo attonito degli amici. In ambulanza è stato portato all’ospedale più vicino ma aveva già smesso di rispondere e non è stato possibile rianimarlo. Secondo colpo sparato dal 17enne ha colpito al gomito Salvatore, amico e compagno di squadra di Santo. «Di lui mi resta questa scarpa e il ricordo che non lascerò mai cadere»: a la Repubblica parla Simona, 17 anni, fidanzata della vittima. Dopo la sparatoria è andata in piazza e ha recuperato la sneaker bianca del ragazzo. «L’altra sera è accaduto che ancora una volta ha dimostrato di essere quello che era: un uomo che si prendeva cura degli altri», dice avvolta dall’abbraccio dei genitori, «non era stato coinvolto nel litigio, era intervenuto per aiutare l’amico. “Dai, basta così, non è successo niente”, ha detto a quel ragazzo, invece quello l’ha ucciso». Simona si dispera per una morte assurda ma promette: «Quella di Santo non può restare una morte così, di quelle di cui ci si dimentica subito, non è solo un nome su un elenco. Il suo sacrifico deve aiutare a fare la differenza».