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Alluvioni in Spagna, il sindaco di Aldaia: «Nel parcheggio di Bonaire poche auto senza vittime»

04 Novembre 2024 - 10:26 Alba Romano
«Vogliamo ridimensionare le notizie sulla dimensione della tragedia: il parking era ai livelli minimi di occupazione», ha detto Gullermo Lujan

La tragedia nel parcheggio del centro commerciale Bonaire ad Aldaia, alle porte di Valencia, sembra essere stata ridimensionata. Da mercoledì le idrovore e i sommozzatori dell’Emergenza militare spagnola (UME) sono al lavoro per liberare il livello -1 del parking, 2000 metri quadri con 1.800 posti auto, coperti di fango dopo le pesanti alluvioni che hanno colpito la Spagna. Sono stati impiegati 4 droni, kayak e sommozzatori. «Si sta facendo un lavoro impressionante per drenare l’acqua. Ma vogliamo ridimensionare le notizie sulla dimensione della tragedia. Non è un parking completo di 5.000 veicoli che è stato sepolto dal fango, era al livello minimo di occupazione.

Cinquanta veicoli

Secondo le prime notizie, sono stati identificati cinquanta veicoli e senza che sia stata rilevata la presenza di vittime», hanno affermato il sindaco di Aldaia, Gullermo Lujan, e il portavoce della polizia nazionale, Ricardo Gutierrez. Sul possibile numero di dispersi, il primo cittadino ha segnalato: «Al momento non abbiamo dati ufficiali. Il nostro comune ha finora registrato 6 vittime e ci sono molti garage che si stanno svuotando, non abbiamo numeri certi sui dispersi. Ma continuiamo ad essere cauti sulle stime. Siamo preoccupati – continua – perché Aldaia è un paese distrutto, la gente ha perduto le case, dobbiamo ripulire tutto e cominciare a ricostruire».

Re Felipe presiede la riunione con l’esercito

Nel frattempo, dopo la rabbia e la protesta esplosa ieri a Paiporta, che ha costretto re Felipe e la regina Letizia, con il premier Pedro Sanchez e il governatore di Valencia, Carlos Mazon a interrompere la visita nelle località più colpite dall’alluvione in Spagna, il monarca ha modificato la sua agenda ufficiale per presiedere la riunione del centro di comando dell’Unità militare dell’esercito (Ume) a Torrejon de Ardoz (Madrid). Lo rende noto una nota della casa reale. Nonostante il lancio di fango e di oggetti, Felipe VI ha ascoltato le grida di aiuto della popolazione colpita a Paiporta: «Felipe non ci abbandonare». E ha garantito che «lo Stato in tutta la sua interezza è e sarà presente» nei comuni devastati dalle alluvioni per far fronte alla catastrofe.

L’ultradestra «rivendica» l’aggressione a Sanchez

Nella serata di ieri, domenica 3 novembre, il Re ha lanciato un appello sui social network affinché alle persone colpite «si dia speranza e e si garantisca che lo Stato in tutta la sua pienezza sia presente». Durante la visita a Paiporta, il premier spagnolo è stato aggredito colpito da un bastone e costretto a rifugiarsi in auto. Uno dei manifestanti ha «rivendicato» in serata, in una chat pubblicata dall’online elDiario.es, di aver distrutto l’auto di Sanchez durante le contestazioni. «Con quelli della mia associazione siamo qui, gli abbiamo distrutto l’auto ma lo abbiamo potuto colpire solo con una mazza alle spalle», è scritto nel messaggio postato da Adrian Campos, che si presenta come “volontario” di una sorta di delegazione valenciana dell’organizzazione Revuelta. La polizia ha confermato al quotidiano che sta indagando su varie chat.

Il tragico bilancio

Sale ad almeno 217 la conta dei morti, la maggior parte delle quali, 213, nella provincia di Valencia, sulla costa mediterranea, epicentro della più grave inondazione dal secolo scorso. I numeri sono ancora provvisori: oltre mille le persone che risultano ancora disperse. Lo riporta la Efe.

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