La confessione di Crisanti: «Capisco il 30% delle leggi che voto in Senato. Il resto del tempo mi annoio»
In aula capisce il 30% delle leggi che voto. Per il resto si annoia. Il professor Andrea Crisanti è arrivato in parlamento con il Partito Democratico dopo la popolarità ai tempi del Coronavirus. Ma adesso non ce la fa più. E in un’intervista al Fatto Quotidiano ammette che si annoia «il giusto e il necessario. Quando la dose eccede corro ai ripari». Come? Mettendosi a pensare: «Invece di star lì a zuzzurellare mi metto a pensare cosa fare, quali gambe dare a quell’emendamento su cui si sonnecchia». Nel colloquio con Antonello Caporale il senatore Crisanti dice che a Palazzo Madama «è tremendo, quella cosa ti stende, ti uccide. Esci dall’aula rincoglionito, inghiottito dal vuoto cosmico. Ci si annoia a morte brancolando nel buio».
Nessuna legge è giusta per tutti
Poi rivela la sua particolare filosofia: «Io so che nessuna legge è uguale per tutti e soprattutto nessuna legge è giusta per tutti. Prenda la norma che riduce il numero chiuso alla facoltà di Medicina. Gli studenti brinderanno, altri invece no». E spiega che «uno studente in Medicina costa alla collettività – se giunge alla laurea – 150mila euro. Con la specializzazione il conto sale di altre 250 mila euro». Anche se lui adesso vive a Villa Priuli nei Colli Berici, 2430 metri quadrati di superficie interna, otto camere da letto, sette bagni, quattro saloni, 12mila metri quadrati di verde. Due milioni di euro l’acquisto: «Come ho avuto modo di spiegare io e mia moglie abbiamo avuto la fortuna di avere retribuzioni alte e quella casa è il frutto di una vita di lavoro ad alti livelli».
«So cucinare»
In compenso non possiede auto: «Utilizzare il bus fa risparmiare tempo e concede un faccia a faccia con gli elettori». E non va in vacanza: «Però, ora che ci penso, con mia moglie siamo andati in Grecia, ma scegliendo una tappa fuori stagione. Rynair fa sconti speciali!Anche Wizzair e con tutte le combinazioni notturne possibili». Nemmeno va al ristorante: «Ma è perché so cucinare».