L’Italia aumenta la spesa pubblica in armi. Crosetto: «È necessario, non siamo pronti ad affrontare una guerra»
Il 4 novembre è la data in cui si celebrano le Forze armate italiane. Protagonista politico della giornata, insieme al presidente Sergio Mattarella, è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto. Il quale, oltre a presenziare a parate ed esibizioni dei militari, ha registrato un’intervista per il programma di Bruno Vespa. I toni, tuttavia, sono stati tutt’altro che festosi: «Abbiamo avuto un leggero aumento dei soldi per gli investimenti sulle armi perché ci siamo resi conto che non eravamo preparati ad affrontare una guerra sul nostro territorio o un attacco». È un allarme, quello dell’esponente del governo Meloni, che a suo dire giustificherebbe l’aumento della spesa pubblica in armamenti. «Negli ultimi anni avevamo costruito una difesa, una delle migliori al mondo per le operazioni di pace a livello internazionale, ma ci eravamo dimenticati che qualcuno poteva attaccarci».
L’invio dei carabinieri italiani in Palestina
La dichiarazione di Crosetto è arrivata in risposta a una domanda sulle capacità difensive dell’Italia, nel caso in cui ci fosse stato un attacco missilistico come quello iraniano contro Israele. E a proposito di Medio Oriente, il ministro ha fornito qualche dettaglio sul possibile invio dei carabinieri italiani nei territori palestinesi: «Quando parlo dell’invio di carabinieri in Palestina per addestrare la polizia palestinese, devono essere d’accordo tutte le parti in causa, anche Israele. Non si muoverà un carabiniere, un soldato italiano se non saranno state esperite tutte le condizioni possibili per garantirne la sicurezza. Per costruire uno Stato palestinese e portare la pace servono le forze di polizia. Hanno scelto quelle italiane perché sono le migliori per addestrare: noi siamo disposti a fare questo grande sacrificio, ma i nostri devono essere totalmente sicuro».