La pistola comprata «dagli zingari», il drink dopo l’omicidio, la seminfermità: chi è il killer di Santo Romano
Una lite scaturita da una scarpa pestata ha portato alla morte di Santo Romano. Mentre il 17enne di Barra fermato per l’omicidio a San Sebastiano al Vesuvio ha confessato. Ma non ha fatto il nome dell’amico che era con lui. E ha detto di aver comprato la pistola «dagli zingari». Il suo avvocato Luca Raviele parla di legittima difesa. E chiederà una perizia psichiatrica per il suo assistito. Che già nel 2022 era stato giudicato «parzialmente incapace» e «socialmente pericoloso». Il ragazzo dopo la sparatoria è andato a Chiaia a prendere un drink «per finire la serata». E davanti al pubblico ministero Ettore La Ragione «ha ammesso il minimo indispensabile. Per puntare sulla seminfermità». Mentre il padre ha chiesto perdono per la morte del ragazzo: «Mi dispiace per la famiglia».
La confessione e la dinamica
Salvatore, che è stato ferito insieme a Santo, ha raccontato agli inquirenti la sua versione della dinamica dei fatti. «Erano 7 o 8 ragazzi. Uno di questi, che era alla guida di una Smart, ci ha affiancato e ha sparato due colpi. Con lui c’era un altro ragazzo», è la narrazione. L’arrestato ha proposto una versione completamente diversa. L’arma gli è costata 500 euro e l’ha comprata a Scampia. Mentre lui avrebbe subito a sua volta un’aggressione da un gruppo di ragazzi di cui uno con il coltello. «Mi sono difeso, stavo avendo la peggio, ho preso l’arma e ho sparato», è il racconto che potrebbe essere smentito dalle telecamere di sorveglianza. Quanto allo scoppio della lite, si parla di un pestone su una scarpa in una zona affollata a piazza Capasso. Dopo l’omicidio il ragazzo non è tornato a casa. Si è rifugiato in un appartamento di Barra.
La solidarietà degli amici
Si tratta di una casa in corso Sirena che è stata perquisita: i carabinieri hanno trovato buste con droga e un bilancino di precisione. Mentre i social network si sono riempiti di post di solidarietà degli amici. E il pm ha aperto un fascicolo anche su questi. La polizia giudiziaria individuerà i post con profilo penale. Perseguendo anche gli eventuali minorenni che li hanno scritti.