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Sciopero dei treni del 5 novembre, il garante chiede di ridurre la durata, ma i sindacati si oppongono: «No, sarebbe irresponsabile»

04 Novembre 2024 - 23:16 Alba Romano
Respinto l'appello della commissione di garanzia, che aveva chiesto di dare alla protesta una dimensione «meramente simbolica»

Il garante per gli scioperi, «pur riconoscendo la sussistenza dei requisiti» della protesta nazionale proclamata per il 5 novembre, ha chiesto ai sindacati di ridurre «significativamente la durata dell’astensione, fino a ricondurla ad una dimensione meramente simbolica». La commissione appoggia i dipendenti di Trenitalia, Fs Security, Trenitalia Tper, Ntv-Italo, Trenord nella battaglia contro «i gravi eventi lesivi della incolumità e della sicurezza dei lavoratori». Ma si è appellata comunque «al senso di responsabilità dei soggetti proclamanti». Il motivo? Evitare che si aggiunga «un ulteriore pregiudizio ai diritti costituzionali degli utenti, particolarmente compromessi, nei mesi di ottobre e novembre, da una successione di scioperi che coinvolgono il settore dei trasporti».

Richiesta respinta. Martedì 5 novembre, dalle ore 9 alle 16.59, il personale che opera nel settore ferroviario potrebbe incrociare le braccia per manifestare contro l’insicurezza sul luogo di lavoro. La protesta scaturisce dall’ultima aggressione subita da un capotreno – lunedì 4 novembre – accoltellato nella tratta Genova Brignole-Busanna. «Riteniamo che sarebbe irresponsabile e contraddittorio da parte delle organizzazioni sindacali, anche nei confronti dell’utenza oltre che dei lavoratori, compromettere la portata della mobilitazione», hanno replicato Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa Trasporti al Garante degli scioperi. Se riducessero lo sciopero, dicono, «non porremmo il giusto accento ad un episodio di violenza inaudita, tutt’altro che “simbolico”, sia per milioni di viaggiatori che intendiamo salvaguardare sia per il lavoratore vittima dell’ignobile aggressione». La risposta alla lettera del garante si conclude con causticità: «Il vostro atto, oltre ad avere contribuito a inasprire il clima tra i ferrovieri, sembra evidenziare un palese e imbarazzante scollamento tra le sensibilità di quella che dovrebbe essere un’Istituzione di garanzia e il mondo reale, in cui i lavoratori rischiano di morire assassinati nello svolgimento delle loro mansioni».

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