La Campania approva la legge che consentirebbe il terzo mandato a De Luca: il Pd locale non segue Schlein
Trentaquattro favorevoli, sedici contrari e un astenuto: l’Aula del Consiglio regionale della Campania ha approvato la legge elettorale che consentirebbe a Vincenzo De Luca di concorrere per un terzo mandato da presidente. Gli esponenti locali del Partito democratico non si sono tirati indietro dopo il rimprovero della segretaria Elly Schlein: «Il Pd ha una posizione chiarissima. Siamo contrari al terzo mandato. Per noi vale la legge nazionale che prevede il limite a due mandati. Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma il Pd non sosterrà presidenti uscenti per un terzo mandato», aveva detto la leader del Nazareno.
Con il voto di oggi – 5 novembre -, dal punto di vista normativo, De Luca ha la possibilità di iscrivere ancora una volta il suo nome nella corsa per il governo della Regione. A stemperare la polemica con il partito nazionale ci ha provato Mario Casillo, capogruppo del Pd in Consiglio regionale. «È un voto tecnico, che recepisce ciò che è già stato sancito. Dal punto di vista politico abbiamo chiesto che l’approvazione della norma vada di pari passo con un percorso politico che tenga insieme tutte le forze politiche per arrivare alla decisione di chi sarà il candidato presidente alle prossime Regionali», ha affermato in Aula.
L’equilibrismo del Pd: si cerca di raffreddare le tensioni tra esponenti campani e Nazareno
«Questa norma – ha aggiunto Casillo – una volta per tutte, chiarisce che non c’è il problema della candidabilità dal punto di vista giuridico. Oggi il Pd esprime un voto tecnico. Sul piano politico, abbiamo chiesto al presidente De Luca e alla maggioranza di sottoscrivere un documento per chiedere un percorso politico per la decisione del prossimo candidato alla presidenza della Regione, con la consapevolezza che sarà un percorso lungo, ma anche con l’orgoglio di chi, da capogruppo del Pd, rivendica un lavoro fatto in quest’Aula e in questi palazzi dal 2015 a oggi che ha portato risultati assolutamente inaspettati per questo territorio».
Cosa dice la nuova legge sulla ricandidatura di De Luca?
In Aula, per il voto, erano presenti tutti i consiglieri: 50, più lo stesso De Luca. L’unica astensione registrata è quella della Dem Bruna Fiola. Il presidente della Regione – che a un certo punto ha tirato fuori dalla tasca un corno portafortuna – ha assistito alla chiama dei consiglieri regionali, che si è effettuata in modo palese su richiesta della Lega. La norma approvata, comunque, recepisce la legge nazionale, che sancisce la non eleggibilità a presidente per chi ha appena concluso due mandati consecutivi. De Luca, tuttavia, potrebbe candidarsi per un terzo mandato poiché l’approvazione odierna della legge regionale fa partire il computo dei mandati da quello attualmente in corso, iniziato nell’autunno 2020, senza conteggiare quello precedente.
De Luca è temuto, anche se si candida senza l’appoggio del partito nazionale
Che De Luca faccia paura – elettoralmente – lo si evince anche dalle dichiarazioni delle opposizioni. D’altronde, all’ultima tornata regionale e con una candidata del Movimento 5 stelle – Valeria Ciarambino – al 10%, il presidente campano era riuscito a convogliare su di sé un consenso pari al 70%. “Cifre venete”, che ricordano come anche Luca Zaia eserciti timore sui rivali, sia fuori sia dentro al suo stesso partito. Comunque, Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia e commissario regionale del partito campano, è stato il primo ad attaccare il Nazareno dopo il voto di oggi: «Esiste un Pd a Roma e uno a Napoli. Lo certifica il voto in Regione Campania sul terzo mandato a De Luca. Cosa farà ora la Schlein con i Consiglieri regionali del Pd che hanno votato contro la linea nazionale?».
L’assist di Zaia: «Limitare i mandati è come dare degli idioti ai cittadini»
Ancora: «Hanno votato un obbrobrio giuridico che rappresenta anche un infarto della logica politica visto che un terzo mandato sarebbe consentito solo a De Luca quando la Schlein ha pubblicamente dichiarato che a prescindere dalla Legge il Governatore uscente non sarà il candidato del Pd e del centrosinistra». Invece, dal Veneto, è proprio il leghista Zaia a fornire un assist alla questione De Luca, che riguarda anche lui: «Voglio ricordare che le Regioni a Statuto speciali non hanno vincoli, di tutti i 5 mila sindaci a livello nazionale, tra deroghe e altro, ne restano una sessantina con limite di mandato. Io non posso che prendere atto che questo Paese viva questa anomalia, in cui i vincoli ci sono solo per due cariche. Ci sono i fondamentalisti del no al terzo mandato, io spero lo restino tutta la vita fondamentalisti. Mi spiace che ci siano illustri rappresentanti delle istituzioni per i quali il blocco dei mandati è una sorta di igiene, perché altrimenti si creano dei fulcri di potere. È come dare degli idioti ai cittadini».
Il governo annuncia battaglia contro la legge campana
Il viceministro degli Esteri, il meloniano Edmondo Cirielli, ha commentato l’approvazione della legge campana anticipando un possibile ricorso del governo Meloni. «Penso che giuridicamente non abbia un fondamento valido e credo che il governo impugnerà la norma», ha detto nel Transatlantico della Camera dei deputati. Anche i capigruppo di Forza Italia a Montecitorio e a Palazzo Madama, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, hanno scritto una nota di disapprovazione: «Siamo esterrefatti per l’ostinazione con cui De Luca porta avanti una causa persa. Fa approvare normative, nel tentativo illusorio di regalarsi un terzo mandato alla guida della Campania, andando in palese contrasto con le norme vigenti. Siamo certi che il governo impugnerà questo testo e che decisioni molto chiare saranno assunte dalla Corte costituzionale».
L’intervento del Pd nazionale
Non è passato molto tempo prima che la segreteria del Nazareno censurasse l’iniziativa dei consiglieri Dem campani e del loro presidente De Luca. Il biasimo è affidato alle parole di Igor Taruffi, responsabile organizzazione del partito: «Prendiamo atto del voto del Consiglio regionale della Campania che di fatto apre alla possibilità di un terzo mandato per l’attuale presidente della Regione. Deve però essere chiaro che il voto espresso oggi non sposta di un millimetro la posizione del Pd nazionale sul limite dei due mandati per le cariche monocratiche. Al di là del voto di oggi, quindi, De Luca non sarà il candidato presidente sostenuto dal Pd alle prossime elezioni regionali».