Edi Rama: «Con Giorgia Meloni niente Marcia su Roma: ha sorpreso tutti»
Edi Rama ha firmato con Giorgia Meloni l’accordo per i Cpr in Albania. E oggi in un’intervista al Giornale spiega che le decisioni dei giudici per Tirana non cambiano nulla «perché noi non abbiamo nessuna responsabilità nell’esecuzione dell’accordo, tranne quella di dare la totale disponibilità tramite la concessione della giurisdizione italiana al territorio dei due centri». Nel colloquio con Hoara Borselli Rama dice che non sa se la missione della Libra sarà stavolta quella buona e non vuole commentare l’operato delle toghe in Italia. E sui migranti dice che «questo grande problema non può essere affrontato in modo sostenibile se l’Europa non si unisce intorno a un chiaro disegno strategico, che deve rispondere sia alla forte necessità di controllare la frontiera comune sia alla fortissima domanda di arginare il calo demografico dei Paesi europei».
Il governo di Roma e quello di Rama
Secondo Rama «bisogna contrastare l’immigrazione clandestina combattendo i trafficanti per garantire la sicurezza comune e aprire canali ampi di immigrazione legale per garantire la manodopera necessaria all’economia comune». Mentre non si permette «di dare un giudizio su qualsiasi altro governo democratico. Ma posso dire che, per me, le parole “sinistra” e “destra” sono sempre più un problema, perché in generale si usano come frecce d’assalto sull’altra parte, mentre i problemi da risolvere nel mondo d’oggi sono sempre più oltre le destre e le sinistre ideologiche. E poi vincere come forza d’opposizione è una cosa, assai importante, non c’è dubbio, ma parlare alla pancia della gente nutrendo le paure e addirittura l’odio verso il prossimo può aiutare a vincere, ma non a governare».
La marcia su Roma
Il premier dell’Albania dice che «governare diventa sempre più una cosa completamente diversa nel mondo d’oggi, dove gli stessi margini di manovra dei governi nazionali sono limitati per tante ragioni. Ed è anche per questo che Giorgia ha sorpreso tanti in Europa. Quelli che si aspettavano di vedere in lei la novizia in camicia nera che marcia su Roma o spacca i vetri dei palazzi dei poteri sovranazionali, hanno scoperto un leader che si batte per rendere l’Italia più importante in Europa, non l’Europa meno importante in Italia». Mentre per lui «purtroppo viviamo in un mondo dove la riflessione politica e il pensiero strategico vengono sempre meno, e dove la velocità della vita sui social e tramite WhatsApp sembra averci tolto il più grande dono di Dio: il tempo per dubitare e riflettere prima di parlare e agire!».