Elezioni Usa 2024, la vera sentenza della Corte Suprema sul “voto provvisorio” in Pennsylvania
«I democratici hanno provato a truccare le elezioni Usa 2024 ma i giudici li hanno fermati». È questa la teoria diffusa in riferimento a una decisione presa dalla Corte Suprema sulla sentenza di un tribunale della Pennsylvania in merito ai cosiddetti «provisional ballot» («voti provvisori», in italiano). Si tratta di voti che possono essere espressi in anticipo da chi non ha tutti i requisiti per votare, che vengono conteggiati solo quando questi requisiti vengono rispettati. Vediamo nel dettaglio la narrazione e perché non regge.
Per chi ha fretta:
- Post online sostengono che la Corte Suprema della Pennsylvania abbia bloccato una decisione di un tribunale minore «di costringere i funzionari elettorali a contare le schede per corrispondenza che si presentano con date errate o senza alcuna data».
- In realtà, la Corte Suprema degli Usa (non della Pennsylvania) ha confermato la decisione di un tribunale minore, secondo cui, a coloro che hanno commesso errori formali nei voti espressi preventivamente – ad esempio, non hanno messo la data, o non hanno ricorso correttamente al sistema che garantisce l’anonimato – deve essere concesso di votare nuovamente.
- La Corte Suprema, con la sua decisione, ha rigettato un ricorso del partito repubblicano.
Analisi
Vediamo lo screenshot di uno dei post oggetto di verifica (qui un altro esempio). Nella descrizione si legge:
La Corte Suprema della Pennsylvania ha appena bloccato un tentativo da parte dei giudici di tribunale inferiore di costringere i funzionari elettorali a contare le schede per corrispondenza che si presentano con date errate o senza alcuna data
Questa è un’altra enorme perdita per i Democratici. Non riescono nemmeno più a convincere i giudici democratici a schierarsi dalla loro parte. Ecco perché stanno facendo tutto ciò che è in loro potere per privare del diritto di voto gli elettori di Trump.
Non mollate. STIAMO VINCENDO!
Ricercando alcuni riferimenti si può constatare che quanto viene sostenuto nel contenuto online è falso. Si trovano effettivamente riferimenti a una sentenza della Corte Suprema (non della Pennsylvania ma degli Usa) in merito ai «provisional ballot» inviati per posta.
Cosa sono i provisional ballot (“voti provvisori”)
I «provisional ballot» sono voti che posso essere espressi anche da coloro che per qualche ragione non sono sicuri di poter votare, certificando di avere i requisiti necessari e provandolo successivamente. Il voto non può essere conteggiato finché non viene provato che chi ha espresso il voto può effettivamente prendere parte all’elezione. In Pennsylvania e altri Stati che consentono questa modalità di voto, i «provisional ballot» vengono consegnati tramite un sistema a doppia busta noto come «privacy sleeve». All’interno della busta principale, la scheda e l’identità dell’elettore sono separati da una busta ulteriore che consente di mantenere il voto anonimo.
La NCSL e i provisional ballot
L’organo a fornire il maggior numero di informazioni ufficiali sui provisional ballot è La National Conference of State Legislatures (NCSL), creata dai legislatori statali e dal personale legislativo nel 1975. Serve – si legge sul sito – i 50 stati americani, i commonwealth, i territori e il District of Columbia. Ogni legislatore statale e membro del personale è membro dell’organizzazione e ha accesso completo alle ultime ricerche politiche bipartisan, alle risorse di formazione e assistenza tecnica. «La sua missione è quella di promuovere l’efficacia, l’indipendenza e l’integrità delle legislature e di promuovere la cooperazione interstatale e facilitare lo scambio di informazioni tra le legislature».
Cosa dice la sentenza della Corte Suprema sui voti senza data
Chiarito ciò, veniamo alla vera sentenza della Corte Suprema, come riportata dalla Cnn. L’alta corte non ha bloccato quanto deciso dal tribunale minore, bensì, lo ha confermato. Grazie alle due sentenze, coloro che per qualche ragione hanno commesso degli errori nel loro provisional ballot invalidandolo, avranno la possibilità di inviarlo nuovamente. Durante l’ultima settimana di ottobre 2024, il partito repubblicano aveva chiesto alla Corte Suprema, in un ricorso d’urgenza, di bloccare la sentenza del tribunale statale che consentiva di contare le schede provvisorie nei casi in cui gli elettori non le avessero inserite nelle privacy sleeve prima di spedirle. Come riporta la testata americana, la decisione della corte si estende anche agli errori di firma e datazione.
Conclusioni
Dunque, il contenuto online sostiene l’opposto di quanto è accaduto realmente. Il ricorso è stato presentato dai repubblicani, mentre la decisione presa dalla Corte Suprema è antitetica rispetto a quanto si dichiara nei post social: il conteggio delle schede che si presentano con date errate non viene sospeso ma confermato.
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