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Israele, Netanyahu licenzia il ministro della Difesa Gallant: «Manca la fiducia reciproca». Scontri fuori dalla residenza del premier – I video

05 Novembre 2024 - 23:13 Massimo Ferraro
Israel Katz, attuale ministro degli Esteri, prenderà il suo posto. Centinaia di manifestanti protestano a Tel Aviv e Gerusalemme

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver allontanato dal governo il ministro della Difesa Yoav Gallant. Il premier ha quindi offerto all’attuale ministro degli Esteri, Israel Katz, di prendere il suo posto. Secondo The Jerusalem Post, Gideon Saar dovrebbe sostituire Katz dopo l’avvicendamento. «Il mio più alto dovere come primo ministro di Israele è salvaguardare la sicurezza di Israele e condurci a una vittoria decisiva», annuncia il primo ministro Netanyahu, «in tempo di guerra, più che mai, è essenziale la completa fiducia tra il primo ministro e il ministro della Difesa. Purtroppo, mentre all’inizio avevamo questa fiducia e abbiamo ottenuto molti risultati nei primi mesi della campagna, negli ultimi mesi la fiducia tra me e il Ministro della Difesa si è erosa». A esultare è la parte destra dello schieramento che sostiene il governo. Tra i primi a dirsi d’accordo con la decisione del premier il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: «Ha fatto bene a rimuoverlo dal suo incarico, con lui non è possibile una vittoria assoluta».

Proteste a Tel Aviv e Gerusalemme

A Tel Aviv e Gerusalemme centinaia di persone sono scese in strada spontaneamente per protestare contro l’allontanamento dal governo di Gallant. Le forze di sicurezza hanno circondato e recintato la residenza del premier a Gerusalemme, dove si sono poi radunati diversi cittadini, e il quartier generale dell’Idf a Tel Aviv. Con il trascorrere delle ore è salita la tensione e si sono registrati scontri tra polizia e manifestanti davanti all’abitazione di Netanyahu. Un tentativo di Netanyahu di licenziare Gallant l’anno scorso per la sua opposizione alla riforma giudiziaria aveva portato decine di migliaia di persone in piazza, costringendo infine Netanyahu a fare marcia indietro. I manifestanti hanno occupato strade e sfilato in corteo, la polizia che ha transennato i dintorni della residenza del premier dopo gli scontri ha effettuato alcuni arresti.

Lo scontro tra Netanyahu e Gallant

Da mesi il rapporto tra i due era apertamente conflittuale. Gallant rimproverava al premier l’ampliamento del conflitto in Medio Oriente, con l’apertura dei fronti in Libano e Iran e il progetto di permanenza nella Striscia di Gaza. Ancora pochi giorni fa Gallant sosteneva che la priorità doveva rimanere la liberazione degli ostaggi, anche a costo di «dolorose concessioni» al nemico: «Non tutti gli obiettivi possono essere raggiunti solo attraverso le operazioni militari». Una posizione aspramente criticata dall’ala di destra più radicale che sostiene il governo Netanyahu. L’ex ministro della Difesa ha pubblicato poche parole sui social: «La sicurezza dello Stato di Israele è stata e rimarrà sempre la missione della mia vita».

Le opposizioni con Gallant

A supporto dell’ex ministro si schierano invece le opposizioni, con dichiarazioni di aspra critica al governo e l’invito ai cittadini di protestare contro la decisione di Netanyahu. «Scendete in piazza» è la richiesta su X di Yair Golan, presidente dei Democratici. Mentre l’ex ministro della Difesa e generale Benny Gantz, leader del Partito di unità nazionale ha scritto: «Politica a spese della sicurezza nazionale». Dello stesso segno la dichiarazione di Orit Farkash Hacohen, parlamentare del gruppo di Gantz: «Non c’è nulla di più basso in cui questo governo possa sprofondare, un ministro della Difesa viene licenziato alla vigilia di un attacco iraniano».

Foto di copertina: EPA/ABIR SULTAN

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