Il filosofo che propone il reato di negazionismo climatico: «Chi parla a vanvera va punito»
Il filosofo Giancarlo Pellegrino propone che il negazionismo climatico diventi reato. In un editoriale su Domani. Pellegrino parte dal comportamento del presidente della Generalitat Valenciana Carlos Mazón in occasione dell’alluvione dell’Andalusia. E dice che il negazionismo di chi influenza i comportamenti delle masse «non è lo scetticismo sano degli scienziati». Chi si impegna in questo tipo di negazionismo, secondo il filosofo, «è come chi rallenta i pompieri dando loro indicazioni sbagliate sulla strada da fare per arrivare al luogo dell’incendio. E si macchia di una colpa aggiuntiva, e odiosa, rispetto alla colpa di chi non fa abbastanza per ridurre le emissioni e per finanziare gli adattamenti necessari al clima che cambia».
Chi rallenta i pompieri?
Il negazionismo dei politici, dei giornalisti e degli uffici stampa, dice Pellegrino, «non è molto differente da un reato. Il comportamento di Carlos Mazón ha provocato morti. Nelle nostre società, quando la condotta di qualcuno procura danni così seri come la morte di vittime innocenti, viene punito con sanzioni giuridiche. Si punisce il procurato allarme. Si punisce chi diffonde false notizie. Lo si fa quando il nesso causale fra l’informazione rassicurante o la mancata informazione è evidente». E «non ci sono dubbi che, ove il legame sia accertato, chi parla a vanvera vada punito. È assurdo impegnarsi in un gigantesco cambiamento dell’economia, degli stili di vita, dei modelli di sviluppo, quando poi una serie di persone influenti lanciano messaggi contrari».