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Mattarella si infuria per l’incontro tra Meloni e il vicepresidente del Csm Pinelli: una visita irrituale, mentre è in corso lo scontro tra governo e toghe sui migranti

05 Novembre 2024 - 00:45 Felice Florio
I consiglieri dell'organo di autogoverno della magistratura non ne sapevano nulla. E anche il Quirinale sarebbe stato avvisato pochi minuti prima che iniziasse il faccia a faccia a Palazzo Chigi

È stata un’altra giornata di scontro tra poteri dello Stato. I giudici dell’Associazione nazionale magistrati si sono riuniti a Bologna, il 4 novembre, per discutere degli attacchi subiti dal centrodestra. Il casus belli è lo stesso da settimane: i provvedimenti delle autorità giudiziarie che rendono vana l’operazione Albania del governo Meloni per gestire parte dei flussi migratori. Il tribunale di Roma, poi, sulla scia di quello bolognese, ha chiesto alla Corte di giustizia dell’Unione europea di esprimersi sul ricorso di un migrante trasportato in Albania. Sempre oggi. E mentre Matteo Salvini ha continuato a lanciare via social le sue invettive contro i presunti «giudici comunisti», Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Fabio Pinelli, avvocato penalista, eletto in quota Lega per il ruolo nell’organo di autogoverno dei giudici. Un incontro irrituale, che è avvenuto con una tempistica quantomeno infelice.

Stupore Quirinale

I consiglieri del Csm non sapevano nulla del faccia a faccia tra Meloni e Pinelli. Persino il Quirinale sarebbe stato avvisato solo pochi minuti prima dell’inizio. Dalle stanze di Sergio Mattarella viene fatta trapelare l’irritazione per la visita inconsueta del vicepresidente a Palazzo Chigi. Nessuno era a conoscenza dell’incontro, dalla più alta carica dello Stato al consiglio di presidenza dell’organo che Pinelli rappresentava al cospetto di Meloni, ovvero il procuratore generale e il presidente della Cassazione. È stato lo staff di Meloni a confermare la notizia che i due si sono visti, nel pomeriggio: «Una visita che si inserisce nell’ambito di una proficua e virtuosa collaborazione, nel rispetto dell’autonomia delle differenti istituzioni». Quando lo stupore per l’incontro si è trasformato in stizza delle altre cariche istituzionali, da fonti vicine ai due partecipanti è stato comunicato che era un incontro organizzato già da tempo, che faceva parte di un calendario di bilaterali imbastito da Pinelli è che solo casualmente è caduto nel giorno in cui l’Associazione nazionale magistrati si era riunita per rispondere alle critiche del governo. C’è chi, invece, ha letto nel consesso a Chigi un segnale che l’esecutivo ha voluto lanciare ai giudici: il dialogo tra i due poteri è possibile. Ma a quali condizioni?

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