Decreti Cutro, il Tribunale di Palermo sospende il giudizio sul trattenimento di due persone migranti: chiesto il parere della Corte Ue
La sezione migranti del tribunale di Palermo ha sospeso il giudizio di convalida del trattenimento di due persone migranti, uno del Senegal e l’altro del Ghana, disposto dal questore di Agrigento. I giudici hanno congelato la loro decisione perché hanno chiesto un parere alla Corte di Giustizia Europea in merito all’applicazione dei cosiddetti decreti Cutro (dalla località luogo del naufragio di migranti a febbraio 2023) in materia di procedura accelerata in frontiera. I togati vogliono avere maggiori delucidazioni sull’interpretazione del diritto Ue. In sostanza, quello che si chiedono dal tribunale è se un Paese terzo non può essere definito sicuro «qualora vi siano categorie di persone per le quali esso non soddisfa le condizioni sostanziali di tale designazione, enunciate nelle direttive Ue».
I dubbi dei giudici
È la prima pronuncia in cui si chiede il parere della Corte di giustizia dell’Ue in merito alla procedura di trattenimento alla frontiera dopo il decreto legge del 23 ottobre contenente la nuova lista dei paesi considerati sicuri. Elenco che il governo aveva deciso di aggiornare in seguito allo stop arrivato dal tribunale di Roma che non aveva convalidato il trattenimento dei primi 12 migranti arrivati in Albania. Nella loro decisione i giudici romani motivavano «il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi, equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane» con l’impossibilità di riconoscere come «Paesi sicuri» gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e del trasferimento. Con una motivazione simile, il 4 novembre il Tribunale di Catania aveva annullato il trattenimento di 5 persone migranti provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh: «Una lista di “Stati sicuri” non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità» di tale «designazione con il diritto dell’Unione europea», hanno scritto i giudici nel loro provvedimento. In ordine di tempo, l’ultimo tribunale a richiedere un parere della Corte di giustizia Ue era stato il tribunale di Roma. La giudice e presidente della sezione immigrazione, Luciana Sangiovanni, ha deciso sul ricorso di un migrante trasportato in Albania a bordo di una nave militare italiana. Aveva richiesto la protezione internazionale, ma gli era stata rifiutata dalla commissione territoriale competente. Così aveva fatto ricorso, il cui giudizio è stato sospeso da Sangiovanni che ha chiesto l’intervento della Corte Ue.