Usa 2024, Musk ha scommesso tutto su Trump. Cosa ottiene dalla sua vittoria e che ruolo potrebbe avere nel governo
Parte del merito del successo elettorale di Donald Trump va attribuito anche al fervente supporto fornitogli da Elon Musk nei mesi scorsi. Onere che, con Trump presidente, ha concrete possibilità di trasformarsi in un investimento per Musk. L’imprenditore sudafricano ha già nel mirino un ruolo di spicco nella squadra di Trump che potrebbe annoverarlo tra coloro che più guadagneranno – sia potere che denaro – dalle elezioni del 2024. Infatti, da un lato Musk già immagina netti tagli alla spesa pubblica americana, mentre, dall’altro, adesso ha un modo in più di fare pressione sull’amministrazione e favorire il proprio impero economico rispetto alla concorrenza (e alle normative attualmente in vigore).
Il Doge: Department of Government Efficiency
Nelle settimane passate, Trump non è stato chiaro sul modo in cui l’imprenditore sudafricano eserciterà la sua influenza sui piani di Washington, ma non ha mai escluso tale ipotesi. Circa un mese fa a Fox News aveva dichiarato che vorrebbe Musk al suo fianco come «segretario per il taglio dei costi» ma specificando che non farebbe parte del suo gabinetto. D’altro canto, nella notte elettorale Musk ha pubblicato un post su X in cui si è definito futuro Chief Technical Officer (CTO) degli Usa. Insomma, un direttore tecnico, di un dipartimento che Musk stesso ha definito Department of Government Efficiency. L’acronimo è Doge, come il meme che ha dato il nome alla criptovaluta preferita di Musk e tempo addietro era persino diventato il logo di Twitter, con annessi scossoni al valore della moneta digitale.
August 20, 2024
I tagli alla spesa pubblica
Qual è l’idea di efficienza di Musk diventa piuttosto chiaro guardando quello che è successo a Twitter da quando ne è proprietario. In un paio d’anni, la politica aziendale è cambiata drasticamente: l’80% dei dipendenti è stato licenziato, mentre chi è rimasto viene sottoposto a costanti pressioni e a ritmi di lavoro ben più sfiancanti di quelli precedenti. Come riporta il Washington Post, Musk ha anticipato che da capo del Doge potrebbe far risparmiare allo Stato circa 2 mila miliardi sui 6,5 mila miliardi di budget totale. Un taglio non lontano nelle cifre dall’intero Pil italiano che non è chiaro come potrebbe essere ottenuto senza toccare le voci principali del bilancio statunitense: le pensioni e la sanità.
November 2, 2024
Il sostegno di Musk a Trump
Il patron di Tesla, SpaceX e X ha sostenuto la campagna elettorale del candidato repubblicano con milioni di dollari di finanziamenti e una controversa petizione a favore della libertà di parola e del diritto di possedere armi. Non solo chi convinceva un elettore degli swing states a firmarla otteneva 47 dollari, ma ogni giorno, tra i firmatari, veniva estratto a sorte il vincitore di un assegno da un milione di euro. Fiumi di denaro – in totale le stime si aggirano sul 120 milioni – che ora potrebbero tornare nelle tasche di Musk con gli interessi, grazie ai contratti che l’amministrazione potrebbe affidargli, soprattutto in quei settori dove l’influenza dell’imprenditore è già più che considerevole: l’aviazione e la difesa.
I possibili vantaggi per le aziende di Musk con l’amministrazione Trump
Secondo alcuni analisti citati dalla testata statunitense Nbc che hanno preferito rimanere anonimi, quello di SpaceX è ormai un «monopolio di fatto», poiché gli Usa si stanno progressivamente affidando all’azienda di Musk per mandare nello spazio i propri satelliti commerciali e militari. E a poche ore dal voto le azioni di SpaceX, così come quelle di Tesla, sono salite di valore. Inoltre, Musk è stato impegnato negli ultimi anni in almeno 19 battaglie legali ingaggiate con l’amministrazione Biden e agenzie federali indipendenti in merito al suo vasto impero commerciale. Gli ambiti sono i più disparati, da un rifugio per la fauna selvatica in Texas vicino a un sito di lancio di SpaceX, alla presunta discriminazione razziale in una fabbrica Tesla in California, passando dalla decisione del brand di auto elettriche di commercializzare il software di assistenza alla guida come «guida completamente autonoma» anche se richiede la supervisione umana. Questioni di rilevanza apparentemente limitata, ma dieci di queste battaglie sono tutt’ora in corso, e con Donald Trump alla Casa Bianca, Musk potrebbe sperare di vincerne di più che con Joe Biden o Kamala Harris.
Elon Musk, la Russia e la Cina
Infine, c’è il dossier degli esteri. Tesla, riporta Nbc, fa affidamento sulla Cina per fasi chiave della produzione e come mercato per i propri veicoli. E negli scorsi mesi Musk ha elogiato esplicitamente la politica di Pechino nei confronti di Taiwan, definendo l’isola «parte integrante» della Cina. Viste le premesse, il timore degli analisti è che Musk possa fare pressione sul governo affinché conceda alla Cina l’accesso a conoscenze e tecnologia di ultima generazione che il Paese asiatico potrebbe utilizzare nella Difesa e nell’intelligence. Dunque, da un lato le intenzioni del miliardario potrebbero cozzare con quanto annunciato finora da Donald Trump che ha affermato di voler alzare il livello dello scontro con il gigante asiatico annunciando dazi al 60% sui beni importati dalla Cina. D’altro canto, però, a fronte di maggiori costi per alcuni componenti, Tesla potrebbe godere dei vantaggi sul mercato interno dati dal maggior prezzo delle auto elettriche cinesi. Infine, secondo quanto riporta il Washigton Post, Musk è in regolare contatto con Vladimir Putin, e ha in passato sostenuto che l’Ucraina dovrebbe cedere la Crimea alla Russia.