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Genova, ergastolo ai due assassini di Mahmoud Abdalla: era stato trovato decapitato e smembrato

Genova ergastolo ai due assassini di Mahmoud Abdalla era stato trovato decapitato e smembrato
Genova ergastolo ai due assassini di Mahmoud Abdalla era stato trovato decapitato e smembrato
Il barbiere 19enne e di origini egiziane si era rifiutato di lavorare in nero. Un'intercettazione aveva incastrato gli autori dell'omicidio: la Corte d'assise ha accolto le richieste del pm

Ergastolo. È questa la sentenza della Corte d’Assise di Genova nei confronti dei due assassini di Mahmoud Abdalla, il barbiere di 19 anni e di origini egiziane che era stato trovato a fine luglio, decapitato e senza mani, al largo di Santa Margherita Ligure (Genova). La condanna è arrivata oggi, 7 novembre, per Kamel Abdelwahab detto Tito, e Abdelwahab Ahmed Gamal Kame, detto Bob, gli autori del delitto. Il giovane aveva denunciato alla Guardia di Finanza i due uomini, soci delle barberie “Aly Barbe Shop” di Sestri Ponente e di quella di Chiavari. Il ragazzo non accettava di lavorare in nero. Un’intercettazione dove il fratello di Bob accusava Tito aveva incastrato gli assassini.

L’accusa

Questa mattina in Assise si sono svolte le ultime repliche. A parlare per prima è stata la pm Daniela Pischetola che ha ricordato come i due imputati avessero cambiato più volte la loro versione durante le indagini: ognuno aveva come fine quello di incolpare l’altro. La pm ha poi riepilogato le prove schiaccianti contro Tito e Bob cioè la mannaia acquistata poche ore prima del delitto e le immagini della telecamera di videosorveglianza che li inquadra mentre trasportano in spiaggia il corpo senza vita del ragazzo.

La difesa

Il difensore di Bob, l’avvocato Calandra, ha ribadito che «l’accusa non può provare la colpevolezza di entrambi». In particolare, secondo la tesi difensiva è da accertare la partecipazione del suo assistito. «Sono molto dispiaciuto per i parenti di Mahmoud. Sono in Italia da molti anni e non ho provocato nessun problema», ha detto Tito, «Sono un ragazzo come Mahmoud e anche la mia vita ora è distrutta. Con lui non ho mai avuto problema prima di questo incidente». Anche Bob ha reso una dichiarazione spontanea: «Io non c’entro nulla. Ho sempre detto la verità, sono venuto in Italia per lavorare, ho sempre lavorato e lo faccio anche in carcere. Mi dispiace molto per la famiglia di Mahmoud. Non ho mai incontrato in vita mia un criminale come Tito. Lui ha detto a Ali di averlo ucciso per difendersi». La Corte d’assise ha accolto le richieste del pm.

In copertina: ANSA / LUCA ZENNARO I Combo di Ahmed Kamel Abdelwahab detto “Tito” e Mohamed Ali Aly Abdelghani detto “Bob” all’uscita del tribunale di Genova, 30 luglio 2023.

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