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Gigi Riva, il Cagliari ricorda il suo Rombo di Tuono. Il figlio: «Anch’io ho vissuto il suo mito»

L'ex calciatore è scomparso il 22 gennaio scorso. La lettera della società nel giorno del suo 80esimo compleanno: «Celebriamo l'uomo che ha fatto innamorare intere generazioni»

«Oggi è quel giorno in cui, una volta di più, ci fermiamo e guardiamo il cielo. Come per cercare un segno, per ritrovare quei rassicuranti cenni della mano e del capo che Gigi Riva ti rivolgeva quando lo incrociavi per le vie della nostra città». È la lettera che la società Cagliari Calcio dedica alla sua bandiera, al suo miglior marcatore, a “Rombo di Tuono”: Gigi Riva. L’ex attaccante che nella stagione 1969-1970 regalò il primo e unico scudetto al Cagliari, oggi, 7 novembre, avrebbe compiuto 80 anni. La dirigenza ha voluto ricordare il primo compleanno senza la leggenda scomparsa il 22 gennaio scorso. Per questa occasione è stato anche intervistato il figlio, Nicola: «In due parole è difficile dire cosa è stato mio padre perché come tutti i bambini del tempo pur essendo mio padre anch’io l’ho vissuto come Gigi Riva. Non vivendo con lui quotidianamente e vedendolo non tantissimo avevo anch’io il suo mito».

La lettera del Cagliari

«È il primo compleanno senza di lui, ma mai come in questo caso è lecito parlare di presenza totale. Nell’esempio, nei ricordi, nei numeri, nel vento che sferza le coste della sua amata terra d’adozione, nel rombo della passione rossoblù, nel mondo calcistico (e non solo) che lo ha sempre ammirato e celebrato», scrive la società nella lettera che appare sull’homepage del sito della squadra. Riva nacque il 7 novembre 1944 a Leggiuno (Varese), sulle rive del Lago Maggiore, da una famiglia umile. Da piccolo perse il padre e la madre dovette ingegnarsi per far sopravvivere la famiglia. Diciannove anni dopo l’approdo in Sardegna «la sua vera casa, per sempre», ricorda la società. «Calciava forte, sì, ma che soprattutto calciava con l’anima. La gente dell’Isola lo sentì subito come uno di loro, ben prima che diventasse “Giggirrivva” – si legge nel messaggio – Gigi non era solo il talento, l’acrobazia, il gol spettacolare: era la lotta, la resistenza, il silenzio che precede l’urlo. Era l’eco di un tuono lontano che portava con sé il profumo del mare. Gigi era la coerenza, forse il valore più alto tra i tanti che incarna. La capacità di dire no anche quando sembrerebbe impossibile, l’hombre vertical come soprannome più gradito, più azzeccato, tra i moltissimi a lui attribuiti», continua la lettera. E il pensiero non può che andare a quel primo e unico campionato vinto, in cui Riva (arrivato a vestire la maglia nel ’63), diede un contributo fondamentale con le sue 21 reti in 28 presenze: «Lo Scudetto del 1970 come perla per gli almanacchi e spilla che permette oggi di parlare con ulteriore forza di ciò che è stato». Ma la sua leggenda vive ancora oggi, nonostante gli anni di distanza e la morte: «Un trionfo calcistico è riduttivo per spiegare cosa ha rappresentato Gigi Riva, insieme ai suoi amici-compagni di squadra, per generazioni. Se oggi anche i più piccoli vedono Rombo di Tuono come un supereroe più che mai attuale, è perché il suo mito resiste e rinverdisce quotidianamente, come faceva lui di fronte a ingiustizie, tormenti, tackle. Oggi, nel giorno in cui avrebbe compiuto ottant’anni, celebriamo quell’uomo che ha fatto innamorare intere generazioni. Buon compleanno, Gigi. E grazie, in eterno».

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