In Evidenza Governo MeloniSpagnaUSA 2024
ATTUALITÀArrestiCamorraCampaniaCarabinieriDepistaggiInchiesteOmicidiSalerno

Omicidio Vassallo, dopo 14 anni arrestate quattro persone: tra loro anche due carabinieri. Il depistaggio sull’attentato al «sindaco pescatore»

07 Novembre 2024 - 15:41 Massimo Ferraro
omicidio angelo vassallo arresti carabinieri
omicidio angelo vassallo arresti carabinieri
Angelo Vassallo fu ucciso il 5 settembre 2010: era pronto a denunciare un presunto traffico di droga che coinvolgeva esponenti della camorra e dell'Arma

A 14 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco dal 1999 al 2010 di Pollica (Salerno), i militari del Ros di Roma hanno eseguito quattro arresti. Si tratta del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, l’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso affiliato al clan di Scafati Loreto-Ridosso e l’imprenditore titolare di una sala cinema a Scafati Giuseppe Cipriano. «Fa male vedere in carcere chi ti dovrebbe difendere», ha dichiarato il figlio Antonio. Vassallo fu ucciso il 5 settembre 2010, pochi giorni prima di compiere 57 anni, dopo aver dedicato parte della sua azione come sindaco al contrasto alla diffusione degli stupefacenti. Secondo gli inquirenti Vassallo aveva confidato all’allora procuratore capo di Vallo della Lucania Alfredo Greco di avere dei sospetti su un traffico di droga che coinvolgeva clan camorristici e anche uomini dell’Arma dei carabinieri. «Una realtà», commenta ancora il figlio, «che mio padre aveva conosciuto ancor prima di tanti investigatori e inquirenti». È stato ucciso prima che potesse formalizzare la sua denuncia. Secondo gli investigatori Cagnazzo, per anni a capo della compagnia di Castello di Cisterna, poi protagonista di diverse inchieste su potenti boss della camorra a Napoli e provincia e comandante provinciale a Frosinone, si è speso in attività di depistaggio sulle indagini per la morte di Vassallo.

Le indagini

I sospetti dell’allora sindaco sono stati cristallizzati dall’accusa nei confronti del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo. All’uomo dell’Arma viene contestato, tra le altre cose, di avere favorito il clan Cesarano di Pompei-Scafati. Non solo, il colonnello avrebbe assicurato il depistaggio delle indagini agli altri tre indagati: Giuseppe Cipriano, Romolo Ridosso e Lazzaro Cioffi. Questi ultimi avrebbero invece pianificato e organizzato l’omicidio del sindaco di Pollica.

I sopralluoghi sul luogo del delitto

Tutto era stato studiato, secondo l’accusa. L’ex brigadiere Cioffi avrebbe eseguito per primo i sopralluoghi sul luogo dove realizzare l’agguato. Ridosso e Cipriano tornarono una seconda volta per assicurarsi che non ci fossero telecamere di videosorveglianza. In particolare, Cagnazzo avrebbe diffuso false notizie circa il coinvolgimento di Damiani sostenendo che fosse positivo all’esame dello stub (tampone che raccoglie eventuali tracce di esplosivo). Nella ricostruzione di Cagnazzo Damiani aveva addirittura pedinato la vittima nei pressi del porto di Acciaroli. Ma Cagnazzo si sarebbe spinto anche più in là. Avrebbe ricondotto a Damiani un “gruppo” dedito al traffico di droga che veniva consegnata attraverso l’uso di un gommone.

Il ruolo di Cagnazzo

Il colonnello Cagnazzo, una volta che il delitto era avvenuto, «come concordato in precedenza, depistava effettivamente le indagini condotte dalla Procura di Salerno», indirizzandole verso una falsa pista, scrive l’accusa, «quella dell’alterco del primo cittadino con Bruno Humberto Damiani e Roberto Vassallo (solo omonimo del sindaco ucciso, titolare di un albergo del luogo) per questioni legate allo spaccio di stupefacenti».

Chi era Vassallo

Dal 1995 al 2010 Angelo Vassallo è stato il sindaco di Pollica. Proprio quell’anno aveva ottenuto il suo quarto mandato. Segno di fiducia e riconoscenza da parte dei suoi concittadini che apprezzavano l’operato del primo cittadino: d’altronde la comunità l’aveva totalmente trasformata. Vassallo prima del ruolo istituzionale era stato per mare. Era infatti un pescatore, da qui il soprannome di “sindaco pescatore”. Vassallo era un esponente del Partito democratico e in passato era stato anche consigliere provinciale a Salerno. Oltre alla carica di sindaco, ricopriva anche quella di presidente della Comunità del Parco, organo consultivo e propositivo dell’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, composto da 80 comuni del Cilento e del Vallo di Diano e da otto Comunità montane. Tra i suoi tanti impegni annoverava anche quello di presidente delle “Città Slow” nel mondo. Nel 2009 si fece promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità; proposta che fu accolta dall’Unesco il 16 novembre 2010, a Nairobi. Vassallo ha poi fondato anche il “Centro studi per la Dieta Mediterranea”. Un uomo, un amministratore visionario. Conosciuto anche per le sue ordinanze “singolari” come quando nel gennaio 2010 ne firmò una che prevedeva una multa fino a mille euro per chi veniva sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Frutto del suo immenso amore per l’ambiente.

Foto di repertorio: ANSA/NICOLA LANESE

Articoli di ATTUALITÀ più letti
leggi anche