Daniele Virgili: il vigile urbano investito e amputato e il carabiniere che «era ubriaco e rideva»
Daniele Virgili, 26 anni a dicembre, è l’agente neoassunto dei vigili urbani di Roma coinvolto in un incidente stradale e che ha avuto la gamba amputata. A investirlo la Toyota Yaris del carabiniere dei Ros non in servizio e risultato positivo all’alcoltest Francesco Cabras. I sanitari dell’Unità operativa shock e trauma hanno dovuto amputare una gamba riuscendo, tuttavia, a ricostruire e a salvare il secondo arto. Le sue condizioni restano gravi ed è in prognosi riservata. La sua collega Laura Lombardo ha subito la rottura del malleolo. Sandra Cerusico è stata dimessa dall’ospedale Pertini. «Andava a velocità molto sostenuta», dicono i testimoni su Cabras. Il padre Maurizio Virgili ha detto che quando è arrivato sul luogo dell’incidente «c’era anche l’uomo che lo ha investito. Era ubriaco e rideva davanti a noi. Ci guardava quasi con aria di sfida, con fare strafottente, senza rendersi conto di quello che aveva combinato».
La dinamica dell’incidente
L’incidente è avvenuto intorno alle 21 di sera vicino allo svincolo del raccordo sulla Tiburtina. Virgili, Cerusico e Lombardo erano sulla carreggiata in direzione Roma dove un motociclista era finito a terra. Avevano incanalato il traffico su un’unica corsia. Virgili è stato colpito per primo e schiacciato contro l’auto di servizio, che per l’urto si è ribaltata. Le due colleghe, di 45 e 55 anni, sono state colpite lateralmente. Il carabiniere 47enne aveva un tasso alcolemico di 1,97 grammi. Il divieto scatta con 0,5. Era così ubriaco, raccontano i testimoni, «che durante l’incidente non si è nemmeno reso veramente conto di quello che stava accadendo». Francesco Cabras, scrive l’edizione romana di Repubblica, lavora come autista per un ufficiale dei Ros. L’Arma a breve farà valutazioni sul suo impiego. E verrà sottoposto ad azione disciplinare. Cabras era in ferie da due giorni. È indagato per lesioni stradali gravissime aggravate dalla guida in stato di ebbrezza.
I familiari
«Sto morendo, non mi sento più le gambe», ha scritto in un messaggio Whatsappa ai familiari il vigile Virgili. «Rideva e ci guardava strafottente» invece Cabras, secondo il racconto di Maurizio e Riccardo Virgili. «Lascerò il lavoro e dedicherò tutta la mia vita a Daniele. Vivrò solo per lui, per avere la giustizia che merita dopo che un ubriaco gli ha distrutto la vita», dice il padre. Quando ha ricevuto il messaggio «insieme a Riccardo, l’altro mio figlio, ci siamo precipitati sul luogo dello schianto restando in contatto con lui al telefono fino all’arrivo. Una volta sul posto ci siamo trovati davanti a una scena agghiacciante che non dimenticherò mai. Io gli ho stretto la mano finché l’ambulanza non lo ha portato via. Ripeteva “Ti voglio bene, sto morendo, sto morendo”. Io ero disperato e arrabbiato».
La rabbia
Arrabbiato perché «mentre mio figlio era quasi in fin di vita, su quella strada c’era anche l’uomo che lo ha investito: era ubriaco e rideva davanti a noi. Ci guardava quasi con aria di sfida, con fare strafottente, senza rendersi conto di quello che aveva combinato. Aveva appena distrutto la vita di un ragazzo che finalmente aveva realizzato il suo sogno e ora non potrà più perseguirlo». Maurizio lavora come dipendente nel settore dell’automotive, «ma adesso mi dimetterò e penserò solo a Daniele, l’orgoglio di casa nostra. Il miglior figlio che si possa avere: un ragazzo d’oro che si è sempre dato da fare, che ha sempre fatto del suo meglio per aiutare gli altri. Innamorato del lavoro, della famiglia e della vita. Dovrò pensare a lui e non solo».