Ispanici, giovani e rurali: ecco l’America che ha virato a destra e ha scelto Donald Trump – I dati
Assodata la vittoria di Donald Trump nella corsa per la Casa Bianca, rimane da capire chi lo abbia votato come 47esimo presidente degli Stati Uniti. I dati, anche se ancora provvisori, parlano chiaro: l’elettore tipo del tycoon è il maschio bianco cristiano over 45 che abita nelle regioni rurali del suo Stato. Fin qui, nessuna sorpresa. Ma spulciando tutti i numeri degli exit poll, forniti dal centro Edison Research ad alcune tra le principali testate americane, diventa chiaro che dietro il trionfo di Trump si nascondono altre verità. A partire dal limitato impatto del fantomatico gender gap tra voto maschile e femminile. La vittoria schiacciante – in America parlerebbero di landslide win, frana vincente – è anche figlia del sostegno dei più giovani e degli elettori “a bassa frequenza”. Così come di una strategia azzeccata nei confronti degli indecisi e della maggior parte delle comunità etniche minoritarie. Per capire più a fondo l’elettorato che ha favorito Trump abbiamo analizzati i dati di 6 categorie: genere, etnia, età, residenza, appartenenza politica e coloro che hanno votato per la prima volta. Abbiamo poi confrontato i numeri con quelli della sfida tra Joe Biden e lo stesso Donald Trump di quattro anni fa.
Genere: Kamala e un sostegno dimezzato
Chiunque, da sondaggisti a esperti politologi, sottolineava l’enorme distanza tra il supporto femminile per Kamala Harris, e quello maschile, spostato sul candidato repubblicano. Si parlava di un gender gap da 34 punti. Una distanza abissale che però sembrava trovare fondamento nella grande distanza tra i programmi dei due candidati. Su tutti tema del diritto all’aborto, affrontato con un referendum in 10 Stati durante l’Election Day. Da una parte la libertà di autodeterminazione delle donne, dall’altra una posizione nebulosa ma di segno sicuramente opposto. Le urne hanno dato un riscontro completamente in controtendenza.
- Donne: 53% per Kamala Harris, 45% per Donald Trump
- Uomini: 42% per Kamala Harris, 55% per Donald Trump
Etnie: Donald Trump guadagna in tutte le minoranze
Se è vero che i bianchi rimangono lo zoccolo duro dei sostenitori di Donald Trump (57% in linea con il 2020), il tycoon ha registrato un aumento di consensi in tutti i gruppi etnici. In modo particolare tra gli uomini afro-americani e tra gli ispanici. Nei maschi latinos il tycoon ha guadagnato addirittura 35 punti percentuali rispetto a quattro anni fa, nonostante le non poche “disavventure” in campagna elettorale.
- Bianchi: 41% per Kamala Harris, 57% per Donald Trump
- Afro-americani: 85% per Kamala Harris, 13% per Donald Trump (dato che sale al 21% considerando solo gli uomini)
- Ispanici: 52% per Kamala Harris, 46% per Donald Trump (che però è stato preferito dal 55% dei maschi)
- Asiatici: 54% per Kamala Harris, 39% per Donald Trump
Lo strano caso mediorientale
Interessante anche il caso della comunità arabo-americana era divisa tra i due candidati nonostante uno storico schieramento per l’ala progressista della politica americana. Il motivo è semplice: la gestione del conflitto in Medio Oriente da parte dell’amministrazione Biden. Un caso curioso in questo senso è quello della Wayne County, la contea del Michigan dove si trova Detroit. Qui la candidata democratica alla House of Representatives, la palestinese americana Rashida Tlaib, si è affermata con il 69,7% dei voti. Quella stessa contea ha però preferito Kamala Harris, dello stesso partito, con il 62,3% delle preferenze. Com’è possibile? Il fulcro della questione sta nella città di Dearborn, un centro al 79% abitato da arabi americani. Qui, dove nel 2020 Biden aveva stravinto con il 77%, Trump è prevalso con il 42% dei voti. Kamala ha ricevuto solo il 36% delle preferenze, mentre il 18% ha indicato Jill Stein del Green Party.
Merita un rapido sguardo anche la suddivisione di voti per religione. Trump risulta preferito dal 64% degli elettori che si dichiarano cristiani e cattolici. Ebrei e musulmani hanno invece votato in massa per Kamala Harris.
- Cristiani protestanti: 36% per Kamala Harris, 63% per Donald Trump
- Cattolici: 40% per Kamala Harris, 58% per Donald Trump
- Ebrei: 78% per Kamala Harris, 22% per Donald Trump
- Musulmani: 66% per Kamala Harris, 25% per Donald Trump
Età: lo spostamento pro-Trump fino ai 24 anni
I giovani, tra tutte le fasce di età, sono quelli che più decisamente si sono schierati a favore di Kamala Harris. In particolar modo quelli della fascia 18-29 anni, in cui la candidata democratica ha superato quota 50%. Gli over 40, invece, si sono dimostrati più propensi a sostenere il tycoon.
- 18-29 anni: 54% per Kamala Harris, 43% per Donald Trump
- 30-44 anni: 49% per Kamala Harris, 48% per Donald Trump
- 45-64 anni: 44% per Kamala Harris, 54% per Donald Trump
- 65+ anni: 49% per Kamala Harris, 49% per Donald Trump
Ci sono anche grandi differenze per quanto riguarda il voto per etnia. Se i giovani bianchi si sono perfettamente divisi tra Kamala Harris e Donald Trump (entrambi 49%), il presidente eletto ha registrato decisi guadagni tra gli afro-americani (+5 punti rispetto al 2020) e tra i latinos (+21 punti dal 2020).
Lo spostamento di voti verso Trump è reso ancora più evidente dalla fascia dei giovanissimi (18-24 anni). Qui, rispetto al 2020, il tycoon ha guadagnato 11 punti in consensi passando dal 31 al 42%. Secondo il New York Times, nelle contee con età media più giovane i repubblicani hanno recuperato il +5.3% rispetto a quattro anni fa.
Residenza: il solito successo rosso nelle aree rurali
Che gli Stati Uniti siano un Paese spezzato tra ambienti urbani e rurali lo ribadiscono i dati. Le città rimangono saldamente in mano ai democratici, nonostante alcune grandi metropoli come Miami siano state teatro di un’avanzata repubblicana. Trump ha invece ribadito il suo controllo indiscusso delle aree rurali, iniziando ad allungare le mani anche nelle zone suburbane.
- Area urbana: 59% per Kamala Harris, 38% per Donald Trump
- Area suburbana: 47% per Kamala Harris, 51% per Donald Trump
- Area rurale: 34% per Kamala Harris, 64% per Donald Trump
Gli elettori che votano per la prima volta: il successo della campagna di Trump
Uno dei dati di gran lunga più interessanti è quello riguardo alle preferenze dei cosiddetti first-year voters, coloro che entravano in un seggio per la prima volta nella loro vita. La campagna di Donald Trump ha lavorato molto sui “low-propensity voters“, elettori con bassa propensione al voto. Una scelta che ha pagato eccome i suoi dividendi.
- Nuovo elettore: 43% per Kamala Harris, 56% per Donald Trump
- Elettore consueto: 48% per Kamala Harris, 50% per Donald Trump
Appartenenza politica: gli indecisi per Kamala, ma vince Trump
In un’elezione che si prospettava una battaglia all’ultimo voto era fondamentale portare dalla propria parte gli indipendenti: coloro che non si identificavano in nessuno dei due principali partiti occupavano il 34% dell’intero elettorato. In questo frangente, la campagna di Kamala Harris si è dimostrata più efficace, staccando di 3 punti percentuali Donald Trump nel voto degli “indecisi”.
- Elettori registrati democratici: 95% per Kamala Harris, 4% per Donald Trump
- Elettori registrati repubblicani: 5% per Kamala Harris, 94% per Donald Trump
- Indipendenti: 49% per Kamala Harris, 46% per Donald Trump
Come ha fatto, allora, Donald Trump ad avere la meglio? La soluzione sta in quanti votanti effettivamente appartenessero a ciascuna categoria. Il 35% di loro, infatti, sarebbe stato registrato nelle liste elettorali repubblicane, solo il 31% in quelle democratiche. Più elettori uguale più voti: ecco tracciata la strada per la Casa Bianca.
Le grafiche sono state elaborate da Vincenzo Monaco