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Mario Monti: «Giorgia Meloni può aiutare l’Ue con Donald Trump»

08 Novembre 2024 - 07:25 Alba Romano
donald trump giorgia meloni unione europea
donald trump giorgia meloni unione europea
Secondo l'ex premier la leader può mettersi in scia con Ursula von der Leyen per fermare il duo Trump-Musk

Mario Monti condivide le paure su Donald Trump e l’Unione Europea. Ma dice anche che Giorgia Meloni può aiutare Bruxelles di fronte al tycoon. Anche a superare i veti. In un’intervista al Corriere della Sera l’ex premier dice che rispetto alla sua prima presidenza all’epoca «c’era un leader indiscusso in Europa. Era un tedesco, donna e cancelliere: Angela Merkel». Oggi invece Viktor Orbán sembra un cavallo di Troia di Trump: «Ora è più complesso. Ci sono due guerre e la stessa idea che dobbiamo provvedere da soli alla nostra difesa si fa strada solo lentamente. E siamo più frammentati: non c’è più solo Orbán, ma tutta una tipologia varia di sovranismi». Anche perché «vedo un maggiore ruolo del nazionalismo degli Stati membri della Ue, questo nazionalismo piove anche dall’alto del Consiglio europeo e ha permeato la stessa Commissione».

La finestra di opportunità

Ma, spiega Monti nel colloquio con Federico Fubini, secondo lui adesso c’è «una finestra di opportunità. Anche questa volta la leadership può venire da un esponente tedesco e donna: Ursula von der Leyen». Secondo lui «quella che potrebbe essere una debolezza — le difficoltà di Francia e Germania — può diventare la forza di Ursula von der Leyen. Si apre un’ampia finestra in cui lei e Costa saranno determinanti». Perché «la federazione americana o l’Unione sovietica si sono fatte nella storia, con le guerre e rivoluzioni. È possibile che l’Europa diventi davvero una realtà internazionale degna di questo nome senza spargimento di sangue? Speriamo di sì. Dovrà esserci qualche sacrificio, ma da parte dei politici nazionali».

E l’Italia può dare «un bel contributo. Giorgia Meloni ha capito l’Europa e i suoi problemi. È il leader che può spiegare meglio questa realtà a patrioti, sovranisti e riluttanti vari. I quali possono essere molto legati al diritto nazionale di veto, soprattutto in politica estera. Ma allora è come se firmassero una dichiarazione che dice: “Sì, io sono un cavallo di Troia”. La presidente del Consiglio può complementare von der Leyen e deideologizzare gli argomenti a favore di un’Europa forte».

Gli Stati Uniti

Non contro gli Stati Uniti, aggiunge. «Ma per un’Europa meglio armata, anche in senso letterale, per fare qualche passo verso un’Unione più capace di decidere. Questa operazione non la può fare Matteo Salvini. La può fare Antonio Tajani, ma quella meglio posizionata è Meloni», spiega. Il punto è il diritto di veto nella politica estera: «Perché l’integrazione conta. Veda la forza della Commissione nel commercio e nell’Antitrust. Siamo in un mondo in cui il duopolio Trump-Elon Musk potrebbe coprire letteralmente tutto con il combinato disposto digital-militare di Musk. L’ultima cosa che proporrei è attenuare il vigore della politica di concorrenza, dell’Antitrust».

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