Sinner, il coach Cahill sul caso doping: «La squalifica è una possibilità. Atp Finals di Torino? È il favorito ma non può vincere sempre»
Il numero 1 al mondo Jannik Sinner è pronto a tornare sul campo delle Atp finals di Torino in programma dal 10 al 17 novembre. Questa volta si presenta da numero 1 al mondo, non più da promessa del tennis: «Qui prese la rincorsa per il 2024, che si è aperto con il successo in Australia», racconta al Corriere della Sera il coach Darren Cahill. Sul cemento di Torino si replicherà la sfida con il rivale e amico Carlos Alcaraz: «È stato battuto tre volte quest’anno, l’unico successo di Jannik è arrivato a Riad, un’esibizione qualificata. Ognuno degli otto maestri è favorito», riconosce il mister. Ma c’è un altro confronto che impegna Jannik: quello giudiziario sul presunto doping con la sostanza anabolizzante Clostebol. L’agenzia mondiale antidoping (Wada) ha fatto ricorso contro il proscioglimento del tennista da parte del Tribunale di arbitrato dello sport (Tas): «Sa di essere innocente: non ha fatto nulla di male», spiega Cahill.
Il 2024 di Sinner: tra luci e ombre
«Arriva a Torino da un anno bellissimo, pieno di lezioni da imparare. Jannik si è dimostrato maturo e resiliente: non avrebbe vinto tanto, sennò, con i picchi di qualità assoluta che ha avuto. Si è comportato in un modo che non dimostra affatto i suoi 23 anni», è la riflessione del coach Darren Cahill. D’altronde Sinner in questo 2024 ha conquistato le vette del tennis mondiale diventando anche il primo italiano nella storia a raggiungere il primo posto nella classifica Atp. Ma ad aprile era arrivato il test positivo al Clostebol, sostanza vietata nel circuito e che è costata per esempio la squalifica al connazionale Stefano Battaglino: «La notizia della positività» è stato il momento più basso dell’anno, «è stato letteralmente uno choc». Sinner però non si è fatto condizionare e ha continuato a inanellare successi e prestazioni convincenti. Il 19 agosto è arrivata la sentenza che ha prosciolto l’atleta da ogni responsabilità: è stato un contatto accidentale. «Dopo quello che ha attraversato, ha capito che nella vita potrà sopravvivere a tutto: nulla può più fargli paura».
Favorito per le Finals?
«Ogni volta che Jannik scende in campo, ci si aspetta che vinca. Non è sempre possibile», sostiene il coach del tennista altoatesino. Torino però è un campo che conosce e che gli ha regalato grandi soddisfazioni: «Certo Jannik è sostenuto dai ricordi. Gli piacciono il campo, la città, l’atmosfera, il tifo è tutto per lui, i presupposti per fare bene ci sono. Sarà durissima batterlo. Ha già dimostrato di poter reggere la pressione da favorito di uno Slam a New York, lo farà anche qui». Anche sulla grande rivalità con l’attuale numero 2, Carlos Alcaraz, Cahill non si scompone: «Non posso rispondere. Ho troppo rispetto per Carlos, il suo coach e il mio giocatore, che è l’ultimo che allenerò nella mia carriera. Non dirò mai che Sinner è meglio di Alcaraz, né viceversa. Se si ritrovassero in finale farò il tifo per Jannik e mi godrò lo show».
In copertina: EPA/LUKAS I Darren Cahill, allenatore di Jannik Sinner, assiste alla partita di quarti di finale tra l’italiano Jannik Sinner e il russo Andrey Rublev agli Australian Open 2024 di Melbourne, Australia, 23 gennaio 2024