Cessate il fuoco a Gaza? Il Qatar getta la spugna: «Israele e Hamas rifiutano di negoziare seriamente, non mediamo più»
Il Qatar non intende più proseguire nel lavoro di mediazione tra Israele e Hamas per tentare di arrivare a un accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Lo ha detto oggi una fonte diplomatica di Doha spiegando di aver informato entrambe le parti che «finché ci sarà un rifiuto di negoziare un accordo in buona fede» l’opera di mediazione non può più proseguire. Sin dalle prime settimane dopo la strage del 7 ottobre che ha dato inizio alla guerra Israele-Hamas il Qatar era emerso come uno dei principali attori propulsori di negoziati indiretti per la liberazione degli ostaggi e la tregua, ospitando anche regolari incontri con rappresentanti delle due parti belligeranti. A Doha aveva riparato da anni d’altronde parte della dirigenza politica di Hamas: a cominciare da quell’Ismail Haniyeh poi ucciso in un attacco attribuito a Israele a Teheran. Quella annunciata oggi potrebbe essere la fine anche di quell’esilio dorato per un pezzo di leadership del movimento terroristico palestinese. Conseguenza della fine della mediazione, ha detto infatti la fonte di Doha citata da Reuters e Haaretz, è anche che «l’ufficio politico di Hamas non serve più al suo scopo». I dirigenti rimasto potrebbero quindi essere presto espulsi, più o meno con le buone dal Paese.
Il ruolo degli Usa e le colpe di Israele e Hamas
A incoraggiare tale decisione, volta a “punire” i leader di Hamas per via della loro ostinata opposizione ad ogni bozza di intesa con Israele, sarebbero stati gli Usa, dove già soffia forte il vento della nuova amministrazione Trump (che pure s’insedierà formalmente solo a gennaio). Dal movimento palestinese per ora si nicchia: «Non abbiamo nulla da confermare o smentire su quanto affermato da una fonte diplomatica non identificata, e non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di lasciare il Qatar», ha reso noto un funzionario di Hamas a Doha. Resta il fatto comunque che la decisione dell’emirato di ritirarsi dal complicato ruolo rivestito nell’ultimo anno sarebbe legato alla “intrattabilità” non solo di Hamas, ma pure di Israele. Secondo quanto spiegato da una fonte ad Haaretz la decisione è stata presa infatti «dopo che entrambe le parti si sono cocciutamente rifiutate di impegnarsi nei negoziati se non sulla base delle loro posizioni, senza mostrare la volontà di progredire in modo costruttivo». Con gli Usa verso un riposizionamento ancora tutto da inquadrare e il Qatar fuori dai giochi, solo l’Egitto resta formalmente in campo tra i mediatori chiave dell’ultimo anno per un cessate il fuoco a Gaza.