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Ostia, la ragazza che accusa il fratello: «Violentata davanti alla PlayStation»

09 Novembre 2024 - 07:00 Alba Romano
violenza sessuale ostia playstation
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Il pm ha chiesto per lui 7 anni e mezzo di carcere. La famiglia: vuole solo andare via da casa

F.M. è imputato a Roma per violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della sorella. A cui faceva togliere gli occhiali prima di picchiarla. Perché romperli sarebbe stato un problema. Nei suoi confronti il pubblico ministero ha chiesto sette anni e mezzo di carcere. Le violenze, secondo l’istruttoria, sono cominciate quando lei aveva 12 anni. E sono andate avanti fino a marzo 2020. Il tutto è accaduto a Ostia e la data finale è stata il 6 luglio, quando lei e la madre escono per portare a spasso il cane «ma l’intenzione della ragazzina è far conoscere alla mamma il fidanzato di qualche anno più grande». Lei non gradisce e decide di andarsene. E la figlia da quel giorno non ritorna più a casa.

La PlayStation

«Ci hanno contattati per una ragazzina in difficoltà», ha dichiarato una delle agenti chiamata a testimoniare in aula secondo quanto riporta Il Messaggero. «Parlava poco, era triste e molto agitata fino a quando ha iniziato a parlare dei maltrattamenti che, a suo dire, riceveva in continuazione dai genitori e dal fratello maggiore». Il padre la imbarazza girando nudo per casa. Ma è il fratello quello più pericoloso: «Mi promettete che se vado avanti a raccontare non tornerò mai più da loro?». La prima violenza sessuale risale al 5 gennaio 2018 in occasione del 18esimo compleanno dell’imputato. Lei e il fratello sono sdraiati sul letto che giocano alla PlayStation. Lui la blocca e la palpeggia. Lei è sotto shock ma non dice nulla ai genitori.

La difesa

«In casa regnava un rapporto di sudditanza psicologica nei confronti del fratello», spiega il pm in aula. «Quindi la ragazza non si è confidata e gli abusi sono andati avanti per diverso tempo e in maniera sempre più violenta». Secondo la famiglia invece la ragazza ha solo l’obiettivo di allontanarsi dalla famiglia: «La PlayStation è stata acquistata dopo rispetto alla data dell’evento. E soprattutto quella notte il fratello e un amico presente in casa hanno fatto un live streaming quindi non può essere successo quello che Paola ha raccontato. Il mio assistito ha problemi di peso, non studia e non lavora. È un ragazzo senza obiettivi che passa le sue giornate chiuso in una stanza al pc, una sentenza del genere a 24 anni lo distruggerebbe».

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