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Raoul Bova, dalla tappezzeria alle feste al bacio con Madonna: «Ma fino ai 18 anni non ero chissà che»

09 Novembre 2024 - 08:13 Alba Romano
raoul bova
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L'attore e i primi passi nel cinema: mi volevano per Tomb Raider ma...

Raoul Bova alle feste faceva tappezzeria: «Chiacchieravo. Ma ballare no. Ero negato. Mi vergognavo. Non riuscivo a muovermi, rigido come un pezzo di marmo. Le poche volte che ci ho provato, per lavoro, mi hanno quasi compatito: “Lascia perdere”». L’attore si racconta oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Nel colloquio con Giovanna Cavalli dice che era un ragazzino timidissimo: «Odiavo le interrogazioni perché dovevo parlare davanti a tutta la classe. A una recita scolastica, il professore fermò le prove: “Tu per favore non cantare, muovi solo la bocca”. Per me è stato un trauma». Non l’unico: «Anni fa fui convocato al Sistina per un provino Trovajoli e Garinei mi volevano a tutti i costi per Ciao Rudy . Mi consolarono così: “Tranquillo, Mastroianni cantava peggio di te”».

Il punto debole

Insomma, Raoul Bova non sa cantare e ballare. Ma la volta in cui si è imbarazzato sul set è un’altra: «Quando giravo La Lupa con Monica Guerritore, con molte scene di passione. Il regista era suo marito Gabriele Lavia che mi voleva più focoso: “Devi prenderla con impeto, farla impazzire”. Immagini come mi sentivo, davanti a lui. Ero un ghiacciolo». Il debutto al cinema fu con Mutande pazze di D’Agostino: «Con Eva Grimaldi, bellissima, un’icona, vestita di pelle. Dovevo sedurla. E anche lì ero imbarazzatissimo. Come con il bacio a Madonna». Nel quale «avevo il terrore di sbagliare. Non sapevo come ci si bacia e ci si abbraccia sul set. Dopo ho imparato che esiste una tecnica. Fu Lina Wertmüller a insegnarmi tutto sulle scene d’amore». Ovvero: «Stare nudi davanti alla telecamera o a una cinepresa, con settanta persone che ti guardano è una sensazione… impattante. Se ti metti a pensare fai un casino, conviene entrare nel personaggio».

Come baciare sul set

«Devi baciare non come se masticassi un chewing gum. Molti fanno il pesce, aprono e chiudono la bocca. Non va bene. Non bisogna stare al centro, per non coprire l’attrice. E occorre posare le labbra verso l’angolo della bocca di lei. Prima muovi la testa, poi il naso e infine puoi baciarla». E questo perché secondo Lina «il momento più erotico è lo sguardo subito prima del bacio». Mentre alla fine quello con Madonna è stato «umido, Lei è stata carina. “Rilassati, non ti preoccupare, lo rifacciamo finché non sei contento”». Ha fatto anche un provino per Tomb Raider con Angelina Jolie: «Volevano prendere me. Però soffrivo ancora di ansia. All’ultimo call back feci un disastro totale: dimenticai le parole, ricominciai da capo e non si fa. Tempo dopo l’ho incontrata una festa, abbiamo ballato insieme. Mi confidò: “Mi dispiace, facevo il tifo per te”. “Dai, ci saranno altri film, non ti preoccupare. Don’t cry for me, Angelina ”».

La bellezza

Bova si è reso conto di essere bello «quando mamma mi portava al mercato, ci regalavano sempre qualcosa, magari una mela. Ma fino ai 18 anni non avevo grande successo. Non ero chissà che. Andavo a nuotare la mattina alle 5, arrivavo a scuola con il segno degli occhialini, gli occhi rossi di cloro, pallidissimo, mentre gli altri si facevano la lampada. Frequentavo le magistrali, scuola quasi tutta femminile, in proporzione rimorchiavo poco». Anche se la bellezza a volte è un obbligo: «Non mi piace lo stereotipo di chi si lamenta dei complimenti: “Non sono soltanto bello, c’è di più”. Ai tempi del calendario, quando mi toglievo la maglietta, c’era chi esclamava: “Ah, ma allora gli addominali sono veri!”. Spesso mi sentivo un oggetto da guardare piuttosto che una persona con cui parlare».

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