Emergenza nazionale e aerei militari: così Trump prepara l’«espulsione di massa» di migranti dagli Usa. Ma il piano costa 88 miliardi l’anno
Donald Trump ha promesso per tutta la campagna elettorale di realizzare «il più grande piano di rimpatri di massa della storia», espellendo dal Paese centinaia di migliaia di immigrati entrati illegalmente negli Usa. Ora che ha vinto e si appresta a prendere effettivamente il potere, il suo staff sta studiando il modo di tramutare quella promessa in realtà. Il piano è ancora in fase di discussione, ma secondo il Wall Street Journal alcuni dettagli cominciano in questi giorni a prendere forma. L’idea del team che assiste il presidente Usa in pectore sarebbe quella di dichiarare – probabilmente già nel giorno di insediamento di Trump alla Casa Bianca, il prossimo 20 gennaio – l’emergenza nazionale. Questo, è la linea di pensiero, consentirebbe alla nuova amministrazione di sbloccare fondi del Pentagono utili a effettuare gli arresti, i trattenimenti e infine le espulsioni, oltre che a completare la costruzione del muro al confine col Messico. Secondo uno studio dell’American Immigration Council infatti il piano che Trump ha in mente – ha detto di esser pronto a espellere fino a 20 milioni di irregolari (i numeri reali sono ignoti) – potrebbe costare qualcosa come 88 miliardi di dollari l’anno. Con la dichiarazione d’emergenza il team del tycoon conta pure di poter avere a disposizione strutture militari per la detenzione dei clandestini e aerei militari per le espulsioni.
Con le buone o con le cattive
Accanto alle misure di carattere “militare” ci saranno poi quelle di tipo amministrativo e legislativo. Da questo punto di vista si pensa ad esempio alla revoca dell’ordine dell’amministrazione Biden di non perseguire gli immigrati entrati illegalmente nel paese ma che non hanno commesso altri reati, all’accelerazione dei procedimenti giudiziari sul fronte dell’immigrazione e apportare modifiche al sistema giudiziario, e ancora a incentivi perché gli immigrati se ne vadano volontariamente. Lo staff di
Trump progetta comunque di concentrarsi in primis sugli immigrati illegali che hanno ricevuto ordini definitivi di espulsione da un tribunale dell’immigrazione, circa 1,3 milioni, così come su quelli su cui pendono altre condanne o accuse penali. Trump non ha ancora deciso a chi affidare la responsabilità del piano all’interno della futura nuova amministrazione, ma secondo il Wsj potrebbero avere un ruolo centrale due personaggi come Tom Homan, direttore ad interim dell’Immigration and Customs Enforcement durante il primo mandato del tycoon, e Stephen Miller, l’architetto del Muslim Ban nel 2016.