Napoli, l’interrogatorio dell’amico che ha colpito Arcangelo Correra: «Che guaio ho fatto. Ho capito che era vera solo quando ho visto il sangue»
«Che guaio ho combinato. Non pensavo che fosse vera, non avevo mai visto una pistola prima. Stavamo giocando. Ho capito tutto solo quando ho visto il sangue sul corpo di Arcangelo. Non volevo, non volevo». Queste le parole, riportate da Repubblica, di Renato Benedetto Caiafa, il 19enne che ha colpito alla testa Arcangelo Correra, 18enne di Forcella, a Napoli, uccidendolo. Caiafa, amico e parente della vittima, si è presentato spontaneamente in questura e ha fatto ritrovare l’arma. Affiancata dall’avvocata Antonella Recano ha spiegato in lacrime cosa è successo. Adesso è in stato di fermo. L’arma usata è una pistola Beretta calibro 9.21 ma non sarebbe risultata di proprietà del giovane. Le indagini proseguono per approfondire al meglio la dinamica dell’omicidio. I reati ipotizzati per il giovane sono i reati di porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione.
La dinamica
I due giovani, riporta il quotidiano, erano tornati da una serata trascorsa insieme quando, in piazza Sedil Capuano, ad angolo con via Tribunali, avrebbero notato una pistola sistemata sul pneumatico di un’auto. La prendono, mimano. Caiafa scarrella ma la Beretta calibro 9.21 è carica. Parte il colpo e colpisce in testa l’amico. Il19enne ha gridato disperatamente cercando aiuto. Ma il sangue scorre, mette la pisola nel ciclomotore e corre insieme ad altri ragazzi in ospedale. Arcangelo, arrivato al Vecchio Pellegrini, non ce la farà.
(Nella combo, la polizia sul luogo dove il 18enne Arcangelo Correra Ë stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco la mattina di sabato 9 novembre a Napoli e una foto da Facebook di Arcangelo Correra. ANSA/ABBATE/Facebook)