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Il Foglio, l’Anac e il Pnrr: 98 mila lavori bloccati su 162 mila

L'Autorità Antiorruzione: per gli investimenti tra 2023 e 2024 le procedure non completate sono oltre il 60%

Oggi è il giorno di Raffaele Fitto. Il candidato italiano alla vicepresidenza della Commissione Europea sarà in audizione davanti all’Europarlamento. Ma intanto il Recovery Plan che il ministro di Giorgia Meloni ha lasciato in Italia è in difficoltà. I dati dell’Anac anticipati oggi da Il Foglio dicono che sulle gare d’appalto per gli investimenti tra 2023 e 2024 le procedure non completate sono oltre il 60%. Ovvero 98.033 su 162.480. Mentre la quota degli importi economici degli appalti non ancora affidati è il 45% del totale avviato (35,5 miliardi su 79,2). E quindi, a diciotto mesi dalla scadenza, un gran parte dei cantieri non è nemmeno partita.

La proroga

La situazione sembra irrecuperabile senza una proroga della scadenza di giugno 2026. L’Autorità Anticorruzione di Giuseppe Busia spiega che da questo perimetro sono esclusi gli affidamenti diretti senza gara. Ma questi numeri hanno importi molto bassi. Escluse anche le procedure andate deserte dopo il bando. Poi c’è da fare una distinzione tra 2023 e 2024: «Dai dati risulta che per gli appalti avviati nel 2023 è arrivato all’affidamento il 74% del valore appaltato mentre quelli avviati nel 2024 sono solo il 5 per cento». Dentro queste gare ci sono le revisioni dell’Ue che risalgono all’8 dicembre 2023. Questo è il motivo dei ritardi dell’ultimo anno. La quota di “non affidati” rispetto al biennio 2023-2024 è infatti per i lavori del 39 per cento, quindi addirittura più bassa della media complessiva. Molto più alta la quota degli appalti ancora fermi per le forniture in termini di numero di gare (74%) e per i servizi in termini di importi economici (65%), spiega Il Foglio.

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