«Tutti o nessuno», la decisione su Fitto slitta a data da destinarsi: il voto in blocco dei vicepresidenti per evitare veti incrociati
Da Bruxelles – Slitta «a data da destinarsi» il voto su Raffaele Fitto e, probabilmente, gli altri candidati alla vicepresidenza esecutiva della Commissione europea. Oggi, martedì 12 novembre, è il giorno delle ultime audizioni per i futuri componenti dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen. Si tratta del francese Stéphane Séjourné (Industria), la spagnola Teresa Ribera (Green Deal e competitività), la finlandese Henna Virkkunen (Sovranità tecnologica), l’estone Kaja Kallas (Alta rappresentante per la politica estera), la rumena Roxana Mînzatu (Persone) e l’italiano Raffaele Fitto (Coesione e Riforme).
I veti incrociati
In mattinata si sono tenute le prime due audizioni, quella di Fitto alla commissione Affari regionali e quella di Kallas alla commissione Affari esteri. In teoria, il voto dei coordinatori avrebbe dovuto tenersi poco dopo le audizioni. In pratica, si è deciso di rinviare il tutto «a data da destinarsi». Il motivo è presto detto: manca ancora un accordo politico tra i diversi gruppi che compongono la maggioranza, ossia Socialisti, Liberali, Verdi e Popolari. I primi tre minacciano di bocciare la nomina di Fitto, che a loro modo di vedere rischia di spostare l’esecutivo comunitario troppo a destra. Gli ultimi minacciano di vendicarsi affossando le candidature di Ribera e Séjourné.
November 12, 2024
Il voto rinviato e la trattativa su Fitto
Il rinvio del voto su Fitto e Kallas conferma ciò che per i corridoi si vocifera già da ieri, ossia che i gruppi politici abbiano deciso di votare i sei candidati alla vicepresidenza in blocco, così da evitare sgambetti reciproci e veti incrociati. In altre parole: o passano tutti o non passa nessuno. Nel frattempo, ai piani alti si continua a negoziare. I socialisti, conferma un eurodeputato a Open, stanno continuando a fare pressione sul Ppe affinché venga rimossa la qualifica di vicepresidente esecutivo a Fitto. Una condizione che difficilmente il centrodestra accetterà. «Per noi è importante che la politica di coesione sia in capo a un vicepresidente esecutivo», fanno sapere fonti dei Popolari.
L’ipotesi del voto in commissione
Qualora non si trovasse un accordo, nessuno dei sei candidati alla vicepresidenza esecutiva rischia di avere abbastanza voti per ricevere il via libera dai coordinatori delle rispettive commissioni. A quel punto, la parola passerebbe ai componenti stessi delle commissioni, e non più ai soli coordinatori. Così facendo, Fitto e compagni avrebbero bisogno di assicurarsi la maggioranza dei voti (a scrutinio segreto) per assicurarsi una poltrona nel prossimo esecutivo comunitario. Si tratterebbe però di uno scossone politico tutt’altro che trascurabile, perché con ogni probabilità si voterebbe con due nuovi schieramenti: Popolari, Conservatori e Patrioti contro Liberali, Socialisti, Verdi e Sinistra.
I popolari spagnoli contro Ribera
Conti alla mano, non tutti i candidati commissari avrebbero abbastanza voti per passare: quelli del Ppe avrebbero vita facile, mentre quelli progressisti rischierebbero una bocciatura. In vista dell’audizione di questa sera di Teresa Ribera, i popolari spagnoli hanno annunciato che voteranno contro la sua nomina a commissaria europea. Una presa di posizione netta, non è chiaro se condivisa anche con il resto del gruppo. Se il centrodestra dovesse coalizzarsi davvero contro la candidata spagnola, difficilmente la sinistra resterebbe a guardare e si aprirebbe una vera e propria crisi politica. Ai piani alti del Parlamento europeo si tratta proprio per evitare questa spaccatura, che rischia di mettere i bastoni tra le ruote alla prossima Commissione europea prima ancora che entri ufficialmente in carica. O perlomeno di rinviarne la presentazione: «Qualsiasi tentativo da parte del Ppe di ritardare le conferme di commissari-designati qualificati come Teresa Ribera e Stephane Séjourné come ritorsione per Fitto significherà che il gruppo sarà responsabile di ritardare la conferma dell’intera Commissione Ue, solo per confermare un candidato di estrema destra che non è adatto a rappresentare l’esecutivo Ue come vicepresidente esecutivo», ha attaccato Bas Eickhout, co-presidente dei Verdi europei.
Fidanza: «Al voto sulla nuova Commissione FdI voterà sì»
Intanto Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles, ha detto che il suo partito voterà a favore della Commissione von der Leyen: «Sul voto alla nuova Commissione Ue esattamente come fu cinque anni fa le diverse delegazioni nazionali del gruppo Ecr valuteranno autonomamente come esprimersi, la delegazione di Fratelli d’Italia sarà favorevole», ha detto Fidanza durante un briefing con altri eurodeputati.