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Migranti, Musk attacca i giudici di Roma e Sea Watch «una organizzazione criminale». Protestano magistrati e opposizione

12 Novembre 2024 - 23:07 Ugo Milano
Il patron di X e Tesla interviene quando lo scontro tra governo e magistratura è sempre più teso. Dal Csm la replica: «Parole pericolose». Lupi e Rampelli: «Grazie Musk, ma facciamo da soli»

«Sea Watch? Una organizzazione criminale» e i giudici che si occupano di migranti e si mettono contro la soluzione albanese del governo «vanno allontanati». Continuano le strizzatine d’occhio tra Giorgia Meloni e Elon Musk, questa volta a distanza. Ieri – lunedì 11 novembre – il tribunale di Roma ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione europea la decisone sul trattenimento dei sette richiedenti asilo che erano stati trasferiti lo scorso venerdì nel Centro di permanenza e rimpatrio di Gjadër, in Albania. E mentre in Italia i toni dello scontro tra governo e magistratura si fanno sempre più tesi, dagli Stati Uniti arriva il commento del multimiliardario patron di Tesla e SpaceX, ormai braccio destro inseparabile del presidente eletto Donald Trump. «Questi giudici devono andarsene», la frase pubblicata sul suo social X è secca e risponde a un post che riferiva della sospensione della convalida del trattenimento dei migranti. A dare manforte a Musk è arrivato anche il ministro Matteo Salvini, che sempre sui social scrive in inglese: «Musk ha ragione. Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a sei anni di prigione per aver bloccato gli sbarchi di clandestini in Italia quando ero ministro dell’Interno. Dal punto di vista internazionale, tutto questo appare ancora più incredibile», si legge. Una posizione ribadita di nuovo con Sea Watch, che per il magnate è «un’organizzazione criminale». La portavoce della Ong tedesca aveva sostenuto oggi che il miliardario «minaccia il sistema giudiziario italiano». 

La replica del consiglio superiore della magistratura

Non fosse già abbastanza surreale che il proprietario di un social network dagli Stati Uniti commenti le vicende di politica interna, arriva una reazione dal Consiglio superiore della magistratura. «Le parole di Elon Musk contro i giudici italiani sono parole pericolose», è intervenuto il consigliere laico del Csm Ernesto Carbone, «questi nuovi oligarchi che sfruttano mondi nuovi (come lo spazio, l’etere i social e le nuove tecnologie) per controllare la politica mondiale sono un pericolo per la democrazia. Dopo un’incursione nella politica tedesca oggi il giurista Elon Musk entra in modo violento criticando un potere delle Stato. Tutto questo è inaccettabile ma soprattutto pericoloso».

Botta e risposta Anm-Lega

Di tono non differente è la condanna dell’Associazione nazionale magistrati, tramite le parole del segretario generale Salvatore Casciaro. «L’auspicio è che ci sia maggior rispetto istituzionale per la magistratura e per la giurisdizione», ha detto in onda su RaiNews. «L’invito è che si recuperi maggior equilibrio anche nella comunicazione». Immediata la risposta della Lega: «Ci chiediamo se il rispetto istituzionale evocato dalla Anm è quello del suo ex presidente Luca Palamara secondo il quale “Salvini ha ragione ma va attaccato”», si legge in una nota che richiama le chat fra magistrati del 2020. «Consigliamo all’Associazione nazionale magistrati di dedicarsi meno a Elon Musk e più al lavoro».

Lupi: «Le parole di Musk sono inopportune»

Il caso ci ha messo poco a esplodere a livello politico, andando ben oltre il battibecco tra Anm e Lega. Nella Camera Avs e Pd, con i deputati Angelo Bonelli e Andrea Casu, hanno chiesto a gran voce un intervento da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definendo le parole di Musk «un’ingerenza inaccettabile e un problema serio per democrazia». Non sono solo però le opposizioni a esprimere disapprovazione per l’intervento dell’imprenditore americano.

Per Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, le parole di Elon Musk sono «inopportune» perché, «addirittura dall’estero, alimentano uno scontro con la magistratura che il Centrodestra non vuole. Non c’è un conflitto tra poteri dello Stato, tra governo e magistratura nel suo insieme – continua – semplicemente riteniamo che alcuni tribunali abbiano preso delle decisioni sbagliate e strumentali. Per noi è importante, nell’interesse del Paese, affermare un principio fondamentale della democrazia: è il Parlamento che fa le leggi ed ai giudici spetta il compito di farle rispettare, nella loro autonomia, evitando interpretazioni creative. Bene ha fatto il ministero dell’Interno a costituirsi presso la Corte Europea per ribadire l’assoluto rispetto dei principi fissati dall’Ue», ha concluso. Anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato FdI, rifiuta la mano di Musk. «Ringraziamo Elon Musk ma non siamo come la sinistra, che sbava per amplificare a livello internazionale le criticità italiane ridicolizzando la nazione», ha detto ad Affaritaliani.it. «Siamo attrezzati per difenderci da soli».

I precedenti “flirt” con Roma

Dalla presenza ad Atreju lo scorso dicembre alle voci su un presunto flirt al Citizen Award 2024. Fino alle parole di pochi giorni fa, a seguito della vittoria elettorale del partito repubblicano americano, quando la premier italiana ha definito Musk «un valore aggiunto» e «una persona con cui confrontarsi». La comunanza di intenti tra Giorgia Meloni e il patron di Tesla sembra più forte che mai. Ma il sostegno alla presidente del Consiglio si era già tradotto in totale appoggio alla politica migratoria della maggioranza italiana. A metà settembre, in merito al processo Open Arms e al vicepremier Matteo Salvini, Musk aveva ribadito il suo posizionamento al fianco di Roma.

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