Musk pubblica un video di Jeffrey Sachs sul coinvolgimento di Usa e Nato nella guerra in Ucraina: «Interessante»
Il miliardario americano Elon Musk ha pubblicato sui social un video che ritrae una “lezione” dell’economista e saggista statunitense Jeffrey Sachs sul ruolo di Stati Uniti e Nato nella guerra in Ucraina. «Interessante», si legge nel post su X. Nel filmato, l’ex direttore dell’Earth Institute alla Columbia University spiega come il conflitto non sia «un’aggressione di Putin contro Kiev». Ma ha radici molto più lontane. «Nel 1990 – spiega Sachs – James Baker (ex Segretario di Stato Usa, ndr) disse a Mikhail Gorbachev: “La Nato non si sposterà di un passo a Est se accetti la riunificazione della Germania”. Gli Stati Uniti – continua l’economista – poi hanno tradito quanto impegno già a partire dal 1994, quando Clinton approvò un piano per espandere la Nato fino all’Ucraina».
Il «passo a Est» dell’Alleanza Atlantica
E poi ancora: «L’espansione della Nato iniziò nel 1999 con Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca – afferma Sachs -. Poi gli Stati Uniti guidarono i bombardamenti sulla Serbia nel 1999: i russi non la presero affatto bene». Arrivò l’11 settembre e l’Afghanistan, e Mosca disse agli Usa: «Vi supportiamo: capiremo se dovete estirpare il terrorismo». L’economista, nella sua “lezione”, fa poi riferimento al 2022 quando gli Usa «uscirono dal trattato sui missili anti-balistici, che provocò l’inizio dell’installazione di sistemi in Europa orientale. E che la Russia vide come una minaccia diretta alla sua sicurezza nazionale», afferma. Mentre «nel 2004-05 Washington è intervenuta in Ucraina, e nel 2009 Yanukovych vinse le elezioni presidenziali grazie anche alla politica di neutralità di Kiev».
L’operazione militare
«Cinque anni dopo, invece, gli Usa parteciparono al rovesciamento dello stesso. Così crearono il nuovo governo e decisero di espandere la Nato. Nonostante – continua l’economista – il monito di Putin di fermarsi: Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, altri sette Paesi, in violazione del “non un passo a Est”». Poi iniziò “l’operazione militare speciale”: «Zelensky si appellò alla “neutralità” dell’Ucraina, ma Usa e Gran Bretagna gliela negarono».
«Ad oggi – conclude -, ci sono 600.000 morti ucraini da quando Boris Johnson volò a Kyiv a dir loro di essere coraggiosi. È qualcosa di assolutamente orribile. Dobbiamo capire che non stiamo trattando, come ci viene detto ogni giorno, on un pazzo come Hitler. Questa è una storia completamente falsa, una narrazione del governo degli Stati Uniti. Stiamo giocando con il fuoco. Per cui, Dio ce ne scampi, se una potenza nucleare dovesse venire contro di noi. Non so cosa succederà, ma siamo noi che siamo venuti contro di loro», conclude.
November 12, 2024
L’influenza di Musk su Trump
Stando alla Cnn, Musk eserciterebbe un’influenza sempre maggiore sulla transizione presidenziale di Donald Trump. Il patron di Tesla, X e SpaceX è stato visto nel resort Mar-a-Lago di Palm Beach, in Florida, quasi ogni giorno da quando Trump ha vinto le elezioni la scorsa settimana. Musk era presente quando diversi leader mondiali hanno telefonato a Trump. E ha contribuito alle decisioni sul personale, persino esprimendo chiaramente le sue preferenze per alcuni ruoli. Non solo: ieri il miliardario è entrato nella lotta per la leadership del Gop al Senato, appoggiando il senatore Rick Scott. Musk non è solo vicino a Trump, commenta l’emittente americana, ma anche al suo co-presidente della transizione, Howard Lutnick, l’amministratore delegato della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald che sta guidando la parte del personale della transizione.
La posizione di Trump
Sebbene non ci si aspetti formalmente che lo stesso Musk prenda una posizione nell’amministrazione Trump, «non ne ha realmente bisogno», ha detto una fonte, sottolineando che il proprietario di X sta già esercitando altrettanta influenza dall’esterno.