La doccia fredda di Spalletti, i conti correnti pignorati per le cause. Parte male la Rai di Giampaolo Rossi: a giugno 2024 utile dimezzato
Ricavi aumentati di 70 milioni di euro arrivando a 1,457 miliardi di euro, ma costi esterni aumentati di 85,5 milioni di euro portando così a dimezzare l’utile, scesi di 14,6 milioni di euro dai 27,9 milioni dell’anno precedente ai 13,3 milioni di euro del 2024. Non brilla il primo bilancio Rai che porta la firma del nuovo amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi che però non ne ha la responsabilità operativa, visto che riguarda i conti della semestrale 2024 che si è chiusa al 30 giugno scorso, quando Rossi era ancora direttore generale e l’amministratore delegato era Roberto Sergio. Ma ad avere picconato davvero i conti Rai è stato Luciano Spalletti, allenatore della nazionale italiana di calcio.
Spese record per le partite degli azzurri, che non hanno ricompensato la tv di Stato
Nell’esplosione dei costi esterni della Rai nella prima parte del 2024 la principale responsabilità è quella dei campionati europei di calcio, per cui l’azienda di viale Mazzini ha speso la bellezza di 67,8 milioni di euro. Un investimento rilevante, che avrebbe avuto un ritorno altrettanto importante se i calciatori azzurri avessero fatto bella figura rimanendo in gioco un pizzico più a lungo. Invece sono stati buttati fuori senza discussioni dalla Svizzera che ha rifilato già agli ottavi un eloquente due a zero, dopo un girone di qualificazione già non entusiasmante. Per fortuna sotto il profilo delle entrate la Rai aveva già fatto il pieno di pubblicità grazie al boom dell’ultima edizione del Festival di Sanremo condotta da Amadeus. In gran parte merito suo la crescita degli introiti pubblicitari nel primo semestre 2024: da 345,6 a 419,5 milioni di euro.
Metà dei costi operativi viene da fuori. Il giallo sullo stipendio da fame dei dipendenti Rai
Più della metà dei costi operativi della Rai, ben 608,7 milioni di euro, vengono dall’esterno dell’azienda, che spende ancora 529,2 milioni di euro per un esercito di dipendenti che ammonta a 12.419 unità nel gruppo al 30 giugno scorso. I vertici dell’azienda celebrano anche la riduzione del personale, che scende di 186 unità rispetto al 30 giugno del 2023 (ridotti 150 contratti a tempo indeterminato e 36 contratti a tempo determinato). I numeri però non raccontano proprio tutto, perché la diminuzione dei costi del personale è stata di appena 1,2 milioni di euro, come se ognuno dei contratti persi avesse avuto un costo aziendale di 6.451 euro, circa 500 euro al mese: altro che salario minimo. È probabile che i numeri siano sfasati temporalmente e che quindi i veri conti sul personale Rai si vedranno solo nel bilancio a fine 2024.
Quadruplicati in sei mesi i pignoramenti sui conti bancari della Rai per le cause in corso
A leggere i numeri di bilancio l’azienda deve avere un contenzioso non indifferente con i suoi dipendenti. «Il fondo rischi per controversie legali», spiega Rossi nella relazione, «pari a 60.700 migliaia di euro, accoglie la stima prudenziale e prognostica degli oneri conseguenti ai procedimenti giudiziari in corso, in cui la Società è a vario titolo coinvolta. Più in particolare essi si riferiscono (importi comprensivi delle spese legali) a controversie civili, amministrative e penali per 37.800 migliaia di euro e in materia giuslavoristica e previdenziale per 22.900 migliaia di euro». Alcuni di questi contenziosi sono già finiti maluccio per viale Mazzini, perché la stessa relazione semestrale aggiunge: «I conti correnti vincolati, pari a 3.602 migliaia di euro (857 migliaia di Euro al 31 dicembre 2023), si riferiscono a somme pignorate su conti correnti per contenziosi legali in corso, il cui svincolo è stimato entro i 12 mesi successivi», quindi i pignoramenti sui conti bancari Rai sono quadruplicati in soli sei mesi.