Da cantante dei record alla depressione, Riki riparte con la musica: «Non volevo fare Sanremo. Adesso? Sono più maturo e luminoso»
Nessuno nel 2017 aveva venduto più dischi di Riki. Dopo aver partecipato al talent Amici, tre anni in cui il giovane cantante sembrava essere uno degli astri nascenti della musica italiana. Poi dal 2020 svanisce nel nulla. «Mi sono incagliato», racconta in un’intervista del Corriere della Sera a Barbara Visentin. «Non me ne sono reso conto subito, perché intorno le cose vanno velocissime e non esistono pause». E ora Riki, 32enne, prova a rinascere con il nuovo album Casabase, per tentare di «creare un posto felice».
Oltre l’orlo del baratro
Per rinascere, però, c’è bisogno prima di toccare il fondo. «Per tre anni non sono stato padrone del mio destino», così Riki spiega di essersi sentito tenuto al guinzaglio dalle «logiche di mercato» e da un «sistema drogato che voleva sempre di più». Da lì molte decisioni impulsive: «Non ero padrone del mio destino, sfogavo la mia solitudine e la mia rabbia. Non avevo il coraggio di dire “sono in crisi, non sto bene, mi fermo”». Ma da solo, Riki lo ripete più volte nel corso dell’intervista, non si riesce a fare nulla: «Le persone vicine a me mi stavano spolpando, ma lì per lì sei assuefatto». Una spirale in cui il cantante finisce anche per le difficoltà con il team di Francesco Facchinetti, che lo aveva contattato per primo dopo Amici: «Quando le cose andavano bene era tutto meraviglioso, ma a volte sentivo di voler fare determinate cose che lui non mi passava o magari aveva semplicemente altre idee».
Sanremo 2020 e la depressione
La crisi tocca il suo punto più profondo con l’ultimo posto a Sanremo 2020. «Non avrei voluto farlo, am dicevo sì a tutto», svela Riki al Corriere. «Sul palco non stavo bene, ero asettico: non sentivo neanche la tensione». Poi la pandemia, che in qualche modo aiuta il 32enne a rendersi conto «di essere caduto in depressione». Insonnia, apatia, svogliatezza, «era come fossi avulso e trasparente». Da lì la decisione di affidarsi a un professionista e dedicarsi ad altre passioni, come quella del design in cui Riki ha conseguito una laurea. E poi la vicinanza delle persone che davvero ti vogliono bene, «perché le altre scompaiono: chi ti scriveva per convenienza, magicamente non ti scrive più». Ora l’opportunità di rinascere, o meglio una scommessa sulla propria felicità. L’album Casabase nasce da uno studio approfondito sulla sua voce e sui cantautori. A inaugurare “il nuovo Riki” sarà il singolo Carillon. «Parla di solitudine», confessa Riki. «L’ho scritta per mia nonna che è mancata a febbraio, quando è successo io ero con lei. Eravamo molto legati, è stata l’unica vera fan della mia famiglia».