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L’odontoiatra che ha scambiato un cancro per una gengivite

12 Novembre 2024 - 07:21 Alba Romano
gengivite cancro melanoma odontoiatra
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Rinviato a giudizio dopo la morte del paziente

L’odontoiatra Marco I. aveva diagnosticato al suo paziente Thomas Nuovo una gengivite. Invece lui aveva un melanoma. Per questo il dottore è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Roma. Lo ha deciso il giudice Francesco Patrone per l’accusa di omicidio colposo. Nuovo è morto a 44 anni il 15 dicembre 2020. Aveva due bambini di 4 e un anno e mezzo. Nel 2018 va nello studio dell’odontoiatra per un fastidio dovuto a un rigonfiamento tra i denti. Il dottore parla di infiammazione e consiglia igiene orale. La svolge anche per due volte. Ma non si accorge che non ha alcun effetto. Il 30 luglio arriva un’altra seduta. E l’igienista dentale sospetta il tumore. Tanto da riportarlo nella cartella del paziente. Ma l’imputato dice solo al paziente di tornare dopo l’estate per fare il punto.

La radiografia

Il primo ottobre una radiografia fa escludere al dentista la presenza di neoplasie. Nei mesi a seguire si continua con l’igiene orale. Fino al 19 dicembre, quando l’odontoiatra procede a una escissione tramite laser. Senza però procedere all’esame istologico. E senza far firmare al paziente il consenso. Solo il 18 gennaio lo invita all’Umberto I. Tre giorni dopo, con una biopsia, arriva la diagnosi corretta. E ancora quattro interventi chirurgici, radioterapia e immunoterapia. Ma è tutto inutile. Thomas, ricorda oggi Il Messaggero, muore alla fine dell’anno. Secondo il pm Vincenzo Barba proprio a causa di Marco I.

Il quale, «diagnosticando una gengivite dovuta a un’errata igiene orale (valutazione questa inizialmente plausibile), in assenza di una regressione della patologia nei tempi indicati in letteratura medica odontoiatrica (circa 15-21 giorni), a fronte del quadro sintomatico perdurante», non avrebbe disposto accertamenti cito-istologici, «che, qualora eseguiti tempestivamente, avrebbero rilevato con sensibile anticipo la natura maligna della patologia da cui Thomas Nuovo era affetto, così impedendo che sopravvivesse, rispetto alla data del decesso, per un lasso di tempo apprezzabile e significativo».

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