«No all’albero di Natale per il Papa»: dal Trentino 40mila firme per fermare il taglio dell’abete di 29 metri
Il Natale è ancora lontano, ma a Roma il Vaticano si è già portato avanti per arrivare pronto all’accensione del suo albero in piazza San Pietro il 7 dicembre. Papa Francesco però potrebbe trovarsi senza alcuna pianta da decorare a causa di una petizione online che ha raccolto già 40mila firme e che dice «no a questa pratica unicamente consumistica». Come scrive il Corriere della Sera, l’associazione Bearsandothers ha lanciato l’iniziativa per opporsi alla scelta del Comune di Ledro (Trento) che ha deciso di inviare alla Santa Sede sia un abete di 29 metri d’altezza che altre 39 piante per abbellire i palazzi vaticani. Un’operazione che avrà il costo di 60mila euro. Il sindaco però precisa: «L’abete che verrà prelevato fa parte di uno dei lotti che devono essere comunque tagliati per la corretta coltivazione del bosco».
La petizione
Oltre all’abete che abbellirà piazza San Pietro, il piano del Comune prevede di inviare altri 39 alberi con una altezza variabile tra l’1,5 e i 6 metri. Una decisione, per i firmatari della petizione “Salviamo gli alberi secolari dal taglio natalizio per la santa sede!”, in contrasto con quanto dichiarato dal Pontefice nelle sue encicliche: «Il Santo Padre Papa Francesco, nella sue encicliche Laudato sii (2015) , Laudate deum (2023) e Terra madre (2024) ha posto in rilievo che l’attività dell’uomo deve essere rispettosa della tutela del Creato, della Natura», scrive l’associazione Bearsandothers come presentazione della raccolta firme. Per questo «in un momento storico, dove i cambiamenti climatici sono in elevata evoluzione, è necessario dare dei segnali chiari e limpidi per poter cambiare approccio verso il rispetto della Natura». Una linea che va tenuta anche «in queste scelte, apparentemente solo simboliche» perché ne va della «coerenza nel provare a gestire i cambiamenti climatici in corso». E così si invita a firmare per mettere fine a una «pratica unicamente consumistica di usare alberi vivi per un impiego effimero, per meri fini pubblicitari e qualche ridicolo selfie». L’associazione poi precisa che «a Natale, solo in Italia si consumano più di tre milioni di abeti». L’ultimo attacco è per il Vaticano: «L’albero di Natale è una tradizione pagana e non ha nulla a che fare con la nascita di Cristo».
La diffida
Alla raccolta firme è stata anche affiancata una diffida all’amministrazione comunale. L’avvocata Gloria Canestrini ha inviato l’atto anche al sindaco e al Servizio foreste della Provincia di Trento: «Se il taglio dell’albero dovesse essere eseguito al di fuori delle prescrizioni normative si configurerebbe un danno a carico dell’intera comunità di Ledro, sia per l’ingiustificata e arbitraria distruzione di un patrimonio comune, sia di immagine», ha scritto.
Il sindaco: «Cattiverie prive di fondamento»
Il sindaco del Comune di Ledro Renato Girardi ha glissato sulla petizione e sulla diffida etichettandole come «cattiverie prive di fondamento». Girardi ha poi fornito ulteriori dettagli sul piano dell’amministrazione: solo l’abete di 29 metri verrà tagliato, mentre le restanti 39 piante verranno acquistate da vivai specializzati. Il Vaticano aveva sottoposto al Comune una richiesta precisa: oggetto della trattativa sono sempre stati gli abeti normanni perché non perdono gli aghi e sono quindi più adatti agli interni. «La ricrescita annuale è certificata in 8.260 metri cubi e l’abete che verrà prelevato fa parte di uno dei lotti che devono essere comunque tagliati per la corretta coltivazione del bosco. Se non fosse andato a Roma ne avrebbero fatto bancali», ha aggiunto Girardi. Oltre a questo, l’amministrazione si difende dalle accuse aggiungendo che i boschi sono gestiti secondo i più severi requisiti ambientali. Nessun passo indietro, per ora, del Comune.
In copertina: Foto di Geranimo su Unsplash