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Elon Musk, l’alleato ingombrante di Giorgia Meloni: anche la maggioranza prende le distanze dal patron di X

13 Novembre 2024 - 17:48 Felice Florio
Due volte, in due giorni, il miliardario vicino a Trump ha attaccato il sistema giudiziario italiano sulla questione migranti in Albania. Tra silenzi e voci da Palazzo Chigi, un pezzo di governo ridimensiona l'appoggio di Musk

È durato un giorno il silenzio di Giorgia Meloni sull’ingerenza di Elon Musk che, tramite un commento sulla sua piattaforma X, esortava ad «allontanare i giudici» che hanno sospeso il trattenimento di sette migranti in Albania. Oggi, 13 novembre, lo scontro tra il miliardario e la magistratura italiana ha toccato un nuovo picco. Musk ha posto, sempre sul social, una domanda: «l’Italia è una democrazia o un’autocrazia?». Allora è intervenuto Sergio Mattarella con una nota del Quirinale: «L’Italia è un grande Paese democratico che sa badare a se stessa – e Musk – deve rispettarne la sovranità. Non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni». Solo a questo punto la leader di Fratelli d’Italia, che vanta un rapporto privilegiato con l’imprenditore americano, ha fatto trapelare una flebile presa di distanza. Non lei direttamente, ma le solite imprecisate «fonti di Palazzo Chigi», che hanno sentenziato: «Ascoltiamo sempre con grande rispetto le parole del presidente della Repubblica».

I messaggi da Fratelli d’Italia

Le posizioni degli altri esponenti di FdI oscillano. Si va da Giovanni Donzelli, che ha affermato di condividere anche le virgole di Mattarella e ha sottolineato che «non sarà una persona dall’altra parte del mondo a decidere della carriera dei giudici in Italia». A Tommaso Foti, che invece ha colto l’occasione per rilanciare un attacco alle opposizioni: «Le ingerenze esterne negli affari italiani, condannate oggi dalla sinistra, sono utili e accolte però dalle stesse opposizioni quando si tratta di sostenere i loro puntuali attacchi a Meloni. Elly Schlein e compagni non perdono occasione per parlare male delle politiche del governo Meloni, le uniche mai pensate e messe in campo nel contrasto all’immigrazione irregolare, rompendo con un passato in cui la faciloneria di sinistra nell’approccio al tema ha permesso a trafficanti di morte di speculare e guadagnare».

Gli alleati di governo

Giovanbattista Fazzolari, pur condividendo l’attacco di Foti alla sinistra, «che si scopre sovranista a corrente alternata», ha fatto suo il monito di Mattarella: «Giusto e doveroso che il presidente della Repubblica, vertice della magistratura e garante della Costituzione, faccia sentire la sua voce. L’Italia sa badare a se stessa». Dalla Lega, prevedibilmente, non si è sollevata nessuna protesta contro Musk. Anzi: Matteo Salvini si è congratulato per la nomina ricevuta da Donald Trump, Claudio Borghi ha affermato che «Musk e Trump hanno un programma che per molte cose finalmente coincide con il nostro». Forza Italia, invece, ha rimarcato la sua posizione moderata nello scacchiere di maggioranza sposando pienamente il biasimo che Mattarella ha rivolto a Musk: «Il presidente ha detto cose sagge, in linea con la logica democratica e della sovranità di ogni singolo Paese», ha detto Paolo Barelli. Anche Maurizio Lupi, volto dell’ultima componente del centrodestra in Parlamento, ha definito «le parole di Musk inopportune».

Gli esponenti del centrosinistra (e non solo) stanno abbandonando X

Durissime tutte le opposizioni sulla vicenda. Schlein, segretaria del Partito democratico, ha dichiarato: «Imbarazzante che i sedicenti sovranisti di casa nostra si facciano dettare la linea da un miliardario americano come Musk. Le sue ripetute uscite contro la magistratura italiana sono un attacco inaccettabile ad un organo costituzionale. Cosa aspetta Meloni a difendere la sovranità nazionale?». Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, ha espresso una forte preoccupazione verso «un signore che ha uno strapotere economico, finanziario, che addirittura ha posizioni di rilievo assoluto a livello globale nel campo dell’automotive, dei media, della comunicazione nel campo satellitare, a tantissimi livelli e adesso ce lo ritroveremo anche con un posto di rilievo nella nuova amministrazione degli Stati Uniti. Io sono preoccupatissimo per la nostra democrazia».

L’europarlamentare Sandro Ruotolo è stato tra i primi ad annunciare l’addio alla piattaforma di Musk, in segno di protesta: «Questo che leggerete è il mio ultimo tweet. Ho deciso di lasciare X e lo faccio a malincuore. Mi dispiace innanzitutto per gli oltre 70 mila che mi seguivano, ma le ultime prese di posizione del signor Musk contro i magistrati italiani, il suo rapporto stretto con Meloni e il suo ruolo politico nell’amministrazione Trump mi impediscono di continuare ad essere presente su X. Il silenzio della presidente del Consiglio a difesa dei magistrati presi di mira dal signor Musk è insopportabile». Per motivi che vanno oltre la sola questione italiana, in tutto il mondo si sta sollevando un’ondata di proteste contro Musk, che sta portando brand internazionali come il giornale Guardian ad abbandonare la piattaforma. La situazione è degenerata non appena Trump ha annunciato la presenza del miliardario nel suo futuro governo. Queste le motivazioni del quotidiano britannico: «La campagna per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti ha solo messo in evidenza ciò che avevamo notato da lungo tempo. X è un social media tossico e il suo proprietario, Musk, ha usato la sua influenza per orientare il dibattito politico».

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