L’Olanda rimette i controlli ai confini: area Schengen sospesa per sei mesi. E la Norvegia proroga le verifiche alle frontiere
A partire dal 9 dicembre 2024, i Paesi Bassi reintrodurranno per sei mesi i controlli alle frontiere. Una misura che ha lo scopo, già dichiarato più volte da Amsterdam, di limitare il più possibile i flussi migratori in entrata. La volontà di sospendere temporaneamente l’adesione al trattato di Schengen, e quindi rinunciare alla libera circolazione tra i Paesi dell’Unione europea, era già stata annunciata lunedì 11 novembre dalla ministra per l’asilo e la migrazione, Marjolein Faber. «La Commissione europea rimarrà in stretto contatto con le autorità», ha commentato una portavoce della Commissione Ue nel quotidiano briefing per la stampa a Bruxelles. Il ripristino dei controlli durerà fino al prossimo 8 giugno 2025.
La decisione di Amsterdam: «Non vogliamo essere attraenti»
Fin dallo scorso novembre, con la vittoria elettorale dell’ultra-destra sovranista di Geert Wilders e del suo Partito per la Libertà, era chiaro che qualcosa sarebbe cambiato. In particolare per quanto riguarda la gestione dell’immigrazione che, da politico con linee simili ai vari Matteo Salvini e Marine Le Pen, Wilders ha da sempre osteggiato in maniera dura. La promessa era chiara e programmatica: misure senza precedenti per alzare gli argini ai confini. Oltre alla riattivazione di blocchi alla frontiera, sarebbero previste anche forti limitazioni al ricongiungimento familiare e riduzione della durata dei visti temporanei. Tra le intenzioni ci sarebbe anche quella di dichiarare «sicura» una parte della Siria, il Paese da cui proviene il maggior numero di immigrati verso l’Olanda. Questa decisione permetterebbe di respingere molte richieste di asilo e rimpatriare le persone senza alcuna violazione dei diritti umani. Questione che – neanche troppo alla lontana – ricorda quella all’ordine del giorno da settimane in Italia in merito allo scontro tra governo e magistratura sul caso Albania. «Vogliamo rendere i Paesi Bassi il meno attraenti possibili», è l’annuncio del ministro per la migrazione e l’asilo, Marjolein Faber.
Non solo Olanda: anche la Norvegia proroga la sospensione
Amsterdam non è da sola. Negli ultimi mesi, anzi, sempre più Paesi si stanno sganciando (seppur temporaneamente) dal patto di libera circolazione interna all’Unione. La Germania ha rimesso barriere ai confini a inizio settembre, dopo una serie di attacchi terroristici – uno rivendicato dall’Isis – tra agosto e settembre. Una misura simile è stata adottata dalla Francia, per monitorare al meglio la situazione durante le Olimpiadi e Paralimpiadi a Parigi. Lo stop, comunicato alla Commissione, non è ancora stato revocato. Anche l’Italia ha rafforzato i controlli ma solo sulla frontiera con la Slovenia.
Tra i Paesi che hanno invece deciso di prolungare la sospensione del trattato di Schengen c’è la Norvegia, che insieme a Svizzera e Islanda ha sottoscritto l’accordo pur non essendo un Paese Ue. Il ministro della Giustizia di Oslo, Emilie Mahn, ha annunciato che la libertà di movimento sulla frontiera sarà limitata almeno fino al primo dicembre. La misura è stata prorogata a seguito dell’elevazione a livello 4 (alto) del livello di minaccia terroristica. Soprattutto «contro obiettivi ebraici e israeliani».