La vita in carcere di Puff Daddy: palestra, «murder burger» e buchi per parlare con le detenute
«Ci sono delle grate in una delle stanze del 4 North. Hanno dei piccoli buchi. Se ti sdrai, puoi guardare attraverso i buchi e parlare con le donne al piano inferiore e vederle» a rivelarlo al New York Post è Gene Borrello, un ex sicario della mafia che ha trascorso lì diverso tempo, ed è proprio nell’unità 4 North del Metropolitan Detention Center di Brooklyn che al momento si trova rinchiuso Puff Daddy in attesa che arrivi maggio quando comincerà il suo processo per traffico sessuale, violenza sessuale e racket. Si tratterebbe di una struttura che ospita circa 20 detenuti e offrirebbe anche alcuni diversivi come l’air hockey. Ma non è tutto, quando Tiffany Fong, esperta di criptovalute, ha fatto visita all’istituto di detenzione per intervistare Sam Bankman-Fried, compagno di cella di Sean Combs (così Puff Daddy, detto Diddy, all’anagrafe), condannato a 25 anni di prigione per avere rubato 8 miliardi di dollari in relazione alla bancarotta della sua società per lo scambio di criptovaluta FTX, ha incontrato anche un altro detenuto, il membro di una gang chiamata G-Lock, che le avrebbe confidato che se il rapper volesse organizzare una versione meno comoda dei suoi Freak Off, potrebbe.
La vita all’MDC
Il New York Post ha raccolto la testimonianza di Jeff Nadu, che conduce il podcast crime The Sitdown with Jeff Nadu che smonta, perlomeno parzialmente, la narrazione del carcere duro di Puff Daddy. In realtà, racconta l’uomo: «Ci si annoia, ma nelle unità classiche è un continuo di accoltellamenti e combattimenti, meglio evitare». Mentre Bankman-Fried e Puff Daddy «Li immagini in piccole celle, ma si trovano in un’unità che è organizzata come un dormitorio e progettata per individui di alto profilo. Il presidente dell’Honduras era lì». D’altra parte i detenuti del Metropolitan Detention Center di Brooklyn dormirebbero in letti d’acciaio minuscoli e molto vicini gli uni agli altri, non più di 30 centimetri, con un materasso poco più spesso di un paio di centimetri e senza cuscini. Non ci sono orari prestabiliti, ma i detenuti vanno mandati in branda molto presto, ma, questo lo rivela ancora Gene Borrello: «con il poliziotto giusto, puoi passare tutta la notte a guardare la televisione». Prosegue il racconto di Jeff Nadu: «C’è una palestra, giochi da tavolo, giochi di carte e ping-pong. I detenuti hanno accesso a tablet che non sono connessi a Internet. Possono guardare film, giocare ai videogiochi e ascoltare musica. A quanto pare, ci sono libri, ma sono limitati». Riguardo il cibo, una delle cose da affrontare più complicate per Puff Daddy secondo i suoi avvocati, «Alcuni giorni hanno panini al pollo. Ci sono hot dog e anche quelli che sono stati chiamati “murder burgers” fatti con una polpetta sottile paragonata alla pelle di una scarpa da un ex detenuto. Il miglior pasto della settimana: le cosce di pollo». I detenuti indossano i vestiti color cachi della prigione e a volte una maglietta marrone e pantaloncini marroni, dipende della temperatura, hanno 300 minuti al mese di chiamate, quindi una decina di minuti al giorno. Tutto vivibile si, ma un crollo verticale rispetto al lusso al quale molti dei detenuti di quell’unità erano abituati durante i loro giorni di libertà. Pare infatti che Bankman-Fried abbia descritto così ad un amico la struttura: «In generale è deprimente. Non è progettata per rieducarti, è progettata per distruggerti».