Il debito di 11mila euro del Comune, il ticket non pagato e il mancato avviso alla famiglia: così un bimbo è stato lasciato senza cibo a scuola
La macchina dietro il funzionamento delle mense scolastiche è andata in tilt per un ticket mancato di 9 euro. Così un bambino di soli 4 anni è stato lasciato senza cibo in mensa. Quando ha capito di essere l’unico tra i compagni, è scoppiato a piangere. E qualcosa è stato poi rimediato dalle insegnanti tra gli avanzi delle porzioni dei suoi compagni. Una scena umiliante che ha scatenato non poche polemiche tra le mura scolastiche. «Un fatto disumano. L’altra sera gli ho dovuto comprare il prosciutto cotto che non aveva avuto a mensa», lamenta il padre al Messaggero. Ma per capire cosa c’è dietro quest’infelice vicenda accaduta alla scuola materna Di Nello di Sulmona bisogna andare con ordine.
La versione della famiglia
La causa oggettiva dietro il pasto mancato è un debito accumulato dai genitori per il pagamento del ticket della mensa scolastica: non avevano pagato il buono previsto di circa 9 euro. Ma la versione della famiglia è che il mancato pagamento non è da imputare a una loro negligenza, bensì alla scuola, che non ha inviato alcun avviso riguardo al credito esaurito. «Io non ho ricevuto nessun messaggio sul fatto che ero moroso, altrimenti avrei ricaricato seduta stante, come d’altronde ho fatto ieri, il mio credito. Ma voglio andare oltre, perché se la mia è stata una colpevole dimenticanza, mi chiedo cosa sarebbe successo se il motivo della mancata ricarica fosse stata dettata da una contingenza economica», sostiene il padre.
La (dura) replica del Comune
Dal Comune di Sulmona, però, chiariscono che il regolamento non prevede più l’avviso via Sms per segnalare il debito, una misura che in passato aiutava le famiglie a rimanere informate in tempo utile. E questo cambiamento non ha ammorbidito il Comune a essere più flessibile nei mancati pagamenti, anzi. E c’è un motivo ben preciso.
L’ombra del debito di 11mila euro
La decisione di essere più severi nella gestione dei debiti tariffari sembra essere stata presa dal Comune per evitare l’accumulo di insoluti. Lo scorso anno, infatti, il Comune si è ritrovato un debito di ben 11mila a causa dei pasti non pagati. Quanto accaduto, però, mette in evidenza il rischio che i bambini, soprattutto quelli in famiglie con difficoltà economiche o logistiche, possano essere vittime di situazioni imbarazzanti o traumatizzanti a causa di regole rigide che non tengono conto delle diverse circostanze familiari. «Questa amministrazione ha ricordato, con due diversi comunicati, la necessità di un controllo rigoroso del proprio credito con avvisi emanati il 17 e 23 ottobre scorsi, nei quali si richiama la responsabilità dei genitori nei confronti dei servizi che garantiscono il benessere dei bambini», si difende il Comune in una nota. E a conferma di questa rigidità è anche un messaggio mandato dal servizio che gestisce la mensa: «Si ricorda che hanno diritto al pasto solo i bambini che risultano presenti sulle liste si legge Chi risulta assente non può mangiare».