La Turchia pronta a chiudere i rapporti con Israele. Erdogan: «Trump metta fine alle atrocità a Gaza»
La Turchia chiuderà ogni rapporto con Israele. Lo ha annunciato oggi il presidente del Paese Recep Tayyip Erdogan parlando coi cronisti a bordo dell’aereo che lo riportava in patria da Baku, dove ha partecipato alla Cop29. «La Turchia è senza dubbio la nazione che ha reagito più duramente alle atrocità israeliane, comprese misure concrete come l’interruzione del commercio», ha detto Erdogan ricordando lo stop agli scambi di beni deciso da Ankara lo scorso maggio, dopo mesi di guerra a Gaza che le autorità turche hanno più volte definito “genocidio”. «Siamo al fianco della Palestina nella sua giusta causa fino alla fine», ha rivendicato Erdogan. «Fino a quando continuerà l’invio di armi, Israele sarà ancora più aggressivo», ha aggiunto, evocando l’iniziativa lanciata di recente da Ankara all’Onu per imporre un embargo globale sulla vendita di armi allo Stato ebraico. Se con Israele – con cui in anni recenti la cooperazione anche sul fronte militare è stata in realtà intensa – i rapporti potrebbero presto chiudersi del tutto, c’è un altro attore regionale con cui Erdogan spera invece di riallacciare: la Siria di Bashar al-Assad. «Ho ancora speranza nei suoi confronti. Spero ancora che potremo incontrarci e che le relazioni tra Turchia e Siria possano tornare sulla buona strada», ha detto il leader turco secondo quanto riporta l’agenza di stampa Anadolu. La Turchia, che dopo la sanguinosa guerra civile dello scorso decennio ospita oltre 3 milioni di rifugiati siriani e ha una presenza militare nel nord della Siria, tenta da anni di ristabilire le relazioni col regime di Assad: sinora senza esito.
L’equilibrismo di Erdogan tra Nato e Brics
Anche Erdogan, d’altronde, dovrà presto prendere le misure di Donald Trump, il leader repubblicano che si appresta a riprendere il timone dell’America ed influire sul decorso dei grandi conflitti mondiali. Le poche parole del leader turco tradiscono al momento un mix di speranza e perplessità. «Ci auguriamo che Trump adotti misure diverse verso la regione durante questo mandato. I messaggi dati sin qui possono preoccupare, ma vedremo a gennaio», ha detto Erdogan. La Turchia mantiene d’altronde un legame importante col mondo occidentale se non altro sul piano militare, essendo membro della Nato. Ma al contempo gioca su molti altri tavoli, e ora pensa di sedersi con tutti i diritti a quello del principale forum internazionale alternativo a quelli occidentali. «La Turchia ha ricevuto l’invito a diventare membro partner dei Brics», ha detto stamattina il ministro del Commercio di Ankara Omer Bolat. Dopo l’allargamento dell’ultimo anno dell’organizzazione del cosiddetto Sud globale fanno parte, oltre ai “fondatori” Russia, Cina, India, Brasile e Sudafrica anche Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti. Oltre alla Turchia anche l’Arabia Saudita ha mezzo piede dentro i Brics (non ha ancora risposto ufficialmente all’invito ad entrarvi).
In copertina: Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parla alla Cop29 – Baku, 12 novembre 2024 (Ansa-Epa/Anatoly Maltsev)