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Marine Le Pen, la corsa per l’Eliseo a rischio dopo la richiesta di condanna per frode. Orbán e Salvini: «Anche in Francia giudici contro il popolo»

La procura di Parigi ha chiesto due anni di carcere e cinque di ineleggibilità per la leader del Rassemblement National. Cosa c'è nel processo

Due anni di prigione, multa di 300mila euro e cinque di ineleggibilità. È la richiesta di pena della procura di Parigi arrivata ieri sera a carico di Marine Le Pen, la leader del Rassemblement National. Che se confermata rischia di farle mancare l’appuntamento elettorale delle presidenziali francesi del 2027. L’inchiesta in cui la leader della destra francese è coinvolta riguarda i presunti lavori fittizi degli assistenti parlamentari a Bruxelles dell’allora Front National. Invece di aiutare i deputati francesi a Bruxelles e Strasburgo, i funzionari avrebbero continuato a lavorare in Francia. Così il partito avrebbe sfruttato in maniera illecita i fondi europei. Del sistema, secondo l’impianto accusatorio, erano a conoscenza Le Pen e altri eurodeputati francesi del suo gruppo.

Le reazioni dei sovranisti: Orbán, Bardella e Salvini

Il primo a prendere le difese di Le Pen è stato Jordan Bardella, l’attuale presidente dell’RN: «La Procura non si occupa di giustizia, ma di accanimento e vendetta nei confronti di Marine Le Pen. Le sue oltraggiose incriminazioni sono state concepite per privare milioni di francesi del loro voto nel 2027. È un attacco alla democrazia. Il mio pieno sostegno a Marine». Dello stesso tono l’abbraccio istituzionale del leader della Lega Matteo Salvini che fa un parallelo con sé stesso e le recenti pronunce dei giudici sui trattenimenti dei migranti in Albania: «Anche in Francia provano in tutti in modi a fermare la volontà popolare e il democratico vento del cambiamento. A nome mio e di tutta la Lega, mando all’amica e alleata Marine tutto il nostro sostegno. Non mollare!». E il leader del Carroccio rilancia anche l’hashtag «Je soutiens Marine» (Io sostengo Marine, ndr). A chiudere il cerchio della famiglia sovranista l’intervento benaugurante del premier ungherese Viktor Orbán, che ha ricordato le vicende giudiziarie del neoeletto Donald Trump: «Marine, siamo con te in questa battaglia! Non dimenticare: essere attaccato dalla magistratura è stato un passo cruciale verso la vittoria di Trump».

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